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Psicoterapia: meglio online o in studio?

Psicoterapia: meglio online o in studio? La psicoterapia in studio è più efficace di quella online? Quale opzione scegliere? Ti do qualche consiglio in questo articolo su come scegliere la modalità di psicoterapia che fa per te. 

La psicoterapia online è efficace come quella  in studio?

L’efficacia della psicoterapia dipende da vari fattori e la scelta tra sessioni online e di persona può variare in base alle preferenze e alle circostanze individuali.

Mentre alcune persone preferiscono la psicoterapia in studio, la psicoterapia online offre maggiori comodità e accessibilità.

La ricerca suggerisce che sia la psicoterapia online che quella di persona sono efficaci. Per esempio, Reynolds (2006) ha indicato che i clienti che fanno psicoterapia online riportano un impatto della sessione e un’alleanza terapeutica simili rispetto alla terapia in presenza. Barak (2008) ha condotto una meta-analisi e ha indicato che gli interventi psicoterapeutici online sono efficaci, con risultati simili alla tradizionale terapia in studio.

Psicoterapia online o in studio: quale scegliere?

La scelta spesso dipende dalle preferenze del cliente, dalla natura dei problemi affrontati e da considerazioni di ordine più pratico e logistico.

Per esempio, a volte la psicoterapia online è la soluzione più comoda per persone che abitano nelle grandi città, nelle quali, si sa, il tempo libero è poco e le distanze sono più grandi.

La psicoterapia online fa risparmiare tempo (nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri, raggiungere lo studio dello psicoterapeuta può essere difficoltoso a causa della distanza, dei pochi mezzi di trasporto per raggiungere lo studio o perché non c’è nessuno che possa accompagnare la persona).

Il risparmio è anche di soldi. I costi legati agli spostamenti in auto (benzina, parcheggio, ingressi a pagamento in aree ztl o area C) o dei biglietti dei mezzi pubblici (treni, bus, tram, metro, taxi) sono ridotti a zero.

Ma anche chi abita in piccoli centri può preferire la psicoterapia online per motivi di maggiore privacy. Alcune persone, infatti, potrebbero preferire la psicoterapia online perché non vogliono si sappia che frequentano un percorso di psicoterapia.

La psicoterapia online, poi, consente di scegliere lo psicoterapeu­ta (e non affidarsi solamente a quelli presenti in loco).

Infine, la psicoterapia online può aiutare persone che, a causa dei loro sintomi, faticano a uscire di casa o a raggiungere lo studio dello psicoterapeuta (penso a persone con difficoltà motorie, dell’equilibrio, con sintomi gravi e invalidanti di ansia, panico, fobie o depressione).

Perché la psicoterapia online può risultare addirittura più efficace di quella in studio?

L’ingrediente segreto si chiama effetto di disinibizione online. Si riferisce al fenomeno per cui alcune persone mostrano un comportamento più disinibito, che le aiuta a rivelare  emozioni o pensieri più liberamente nelle sedute terapeutiche online rispetto alle interazioni in studio. Ciò può essere attribuito all’anonimato percepito e alla riduzione degli stimoli sociali nella comunicazione online, che portano alcune persone a sentirsi più a proprio agio nell’esprimersi.

Va aggiunto poi che una modalità di psicoterapia non esclude l’altra. Per esempio, alcune persone preferiscono incontrarmi in studio la prima volta per poi proseguire con la psicoterapia online. Altre preferiscono un primo incontro online per poi proseguire in studio. Altre ancora switchano tra le due modalità (per esempio perché hanno impegni ricorrenti, come trasferte frequenti, che li tengono lontani da casa).

In ogni caso, il tuo psicoterapeuta può aiutarti a decidere se intraprendere un percorso di psicoterapia online o in presenza. Insieme determinerete il formato più adatto alle tue esigenze. Psicoterapia online o in studio? L’importante è occuparsi della propria salute mentale.

 

 

I migliori farmaci per il panico

I farmaci migliori per curare il disturbo di panico

somatizzazione

Come si cura la somatizzazione?

Quando il malessere psicologico si esprime attraverso il corpo. Il disturbo da sintomi somatici.
Che la nostra mente e il nostro corpo non siano due entità separate è ormai noto. Ma la sofferenza psicologica può tradursi in dolore ed altri sintomi fisici?
Come si cura la somatizzazione?

Qual è il rapporto tra mente e corpo?

Nella medicina occidentale siamo abituati a pensare mente e corpo come due entità separate. Solo recentemente gli studi sullo stress e una migliore conoscenza del sistema nervoso e di quello immunitario hanno permesso di riconsiderare la questione. L’OMS ha definito la salute come un completo stato di benessere bio-psico-sociale e non semplice assenza di malattia. E le evidenze neuroscientifiche più recenti mostrano che corpo e psiche sono strettamente interconnessi. E che non ha senso di parlare di una psiche separata dal corpo. Non deve quindi sorprendere che, talvolta, il malessere e il disagio psicologico possano tradursi in sintomi fisici quali dolore, squilibri ormonali o altre alterazioni somatiche.

I disturbi somatici

Il DSM 5 (APA, 2013), manuale di riferimento per la diagnosi dei disturbi psichiatrici, dedica un´intera sezione ai disturbi da sintomi somatici e alle altre condizioni correlate. Si tratta di problematiche in cui risulta essere centrale la presenza di sintomi fisici non ascrivibili a cause organiche.
In questa sezione del manuale troviamo quello che in precedenza era chiamato disturbo somatoforme, il disturbo da ansia di malattia, il disturbo da conversione e altre condizioni similari. Si tratta di condizioni in cui il malessere fisico o la presenza di sintomi sono centrali. In tali situazioni la persona sperimenta angoscia per le sue problematiche di salute e, per questo, può richiedere l’accesso ai servizi sanitari e impegnarsi in percorsi lunghi e frequenti di diagnosi medica.

Quando è possibile diagnosticare il disturbo da sintomi somatici?

Il disturbo da sintomi somatici si caratterizza per la presenza di uno o più sintomi fisici. Rispetto ai sintomi manifestati, la persona presenta un livello costantemente elevato di ansia per la propria condizione di salute. Può dedicare tempo ed energie eccessivi per le proprie preoccupazioni circa la condizione fisica. Oppure essere impegnata in pensieri persistenti sulla possibile gravità del proprio stato. La persona, infine, può essere assorbita dalla ricerca di informazioni relative al proprio malessere, anche attraverso internet, e può richiedere continue rassicurazioni al proprio medico. Ance se lievi, i sintomi provocano disagio clinicamente significativo e comportano una compromissione del funzionamento sociale e lavorativo della persona.

Il corpo al microscopio

Il corpo è continuamente sotto una lente di ingrandimento alla ricerca di sintomi e indicatori di patologia. Molto spesso, la persona non riesce a leggere con accuratezza i segnali inviati dal proprio corpo. Per esempio, normali sensazioni fisiche vengono confuse con sintomi di gravi disturbi. E la preoccupazione e la focalizzazione eccessiva sul proprio stato fisico alimentano l’ansia di essere ammalati. Affinché possa essere posta la diagnosi di disturbo da sintomi somatici, le manifestazioni del disturbo dovrebbero perdurare per almeno sei mesi.

Quali sono i sintomi fisici più ricorrenti?

Rispetto ai sintomi fisici che possono manifestarsi riscontriamo un’ampia variabilità. Alcune persone sperimentano una sintomatologia dolorosa. Altre possono sentirsi stanche o manifestare delle alterazioni a carico di diversi distretti corporei. Nei bambini, spesso, viene riferito mal di pancia, mal di testa, spossatezza o nausea.
Nella loro differenza, si tratta di sintomi che il medico difficilmente può ricondurre a problemi chiaramente definibili. Nonostante ripetuti esami e consulenze specialistiche non si avviene a una diagnosi definita. E la preoccupazione, la frustrazione, l´ansia e l´angoscia aumentano. Si dice che la diagnosi rassicuri. Così come una diagnosi che non arriva, può innescare molte paure. Di avere una patologia rara o così grave da non essere riconosciuta dal medico. O di non essersi affidati a un bravo professionista.

Come si cura la somatizzazione?

Soprattutto quando accertamenti medici abbiano escluso la possibilità di avere una malattia fisica, può essere importante individuare un professionista della salute mentale che possa aiutare a risolvere le proprie problematiche.
Una delle principali difficoltà sperimentate da chi soffre di questo disturbo consiste proprio nel comprendere il legame tra la sofferenza psicologica e il fatto di avere dei disturbi fisici. In parte ciò è il risultato di un approccio culturalmente consolidato alla malattia ed all’intervento medico che rende difficile pensare la mente e il corpo come una unità. Inoltre, rivolgersi allo psicologo può essere difficile a causa della stigmatizzazione. Per molte persone, ancora, la sofferenza psicologica e quella fisica continuano ad essere poste su due piani diversi. Come se il malessere psicologico fosse così tanto poco importante da non meritare la comprensione dell’altro o un adeguato percorso di presa in carico. Infine, non è raro che una persona che soffra di un malessere fisico non diagnosticabile venga etichettata come “malato immaginario”. Questo porta la persona a sperimentare solitudine, talvolta vergogna. Si tratta di condizioni in cui chi soffre di disturbo da sintomi somatici ha ancora meno probabilità di rivolgersi a un professionista. Si riduce così la possibilità di ricevere cure adeguate.

La psicoterapia per i disturbi da sintomi somatici

In effetti, è più difficile trattare un disturbo da sintomi somatici quando si è cronicizzato. Per questo, si raccomanda di rivolgersi a uno psicologo-psicoterapeuta tempestivamente.
Un intervento di assessment psicologico e di supporto può proficuamente migliorare la qualità della vita della persona che soffre di disturbo da sintomi somatici. E può contribuire ad alleviare l’ansia e implementare le strategie di fronteggiamento dello stress.
Un percorso di psicoterapia, inoltre, migliorerà la consapevolezza della persona sui messaggi inviati dal corpo. Questo aiuta a rendere meno probabile la scorretta interpretazione di sensazioni corporee normali o legate a particolari emozioni. In un simile percorso potranno essere ricostruiti anche il senso dei sintomi. Ma anche il significato che la persona attribuisce alla malattia. Per esempio, non è raro che chi soffre di disturbo da sintomi somatici e altre condizioni correlate abbia fatto esperienza diretta di patologie invalidanti, oppure per averne vissuto l’impatto in amici o familiari.

Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

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Chi ha paura del panico?

Chi ha paura del panico? Il disturbo da attacchi di panico è diffuso e frequente, specialmente nella popolazione giovanile. Quali i sintomi e i migliori trattamenti per questo problema?

Che cosa è il panico?

L’etimologia della parola panico richiama il dio Pan, figura mitologica legata alla natura. Il satiro, con sembianze umane ma gambe e corna da capra, spaventava chi ne turbava la quiete urlando in maniera terrificante. Questo scatenava nelle sue vittime una paura incontrollata.

Il panico è una forma intensa ed acuta di ansia.

Consiste in uno stato di intensa paura che determina una crisi che, di durata limitata nel tempo, in genere, si esaurisce nell’arco di 10-15 minuti.

Cosa succede durante un attacco di panico?

Durante un attacco di panico, la persona può sperimentare svariati sintomi fisici:

  • palpitazioni, tachicardia o dolore toracico;
  • sudorazione, brividi o vampate di calore
  • tremori, sensazione di torpore o formicolio
  • difficoltà respiratorie o sensazione di fiato corto;
  • senso di nausea o dolori addominali;
  • sensazione di sbandamento, instabilità, testa leggera;
  • paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire;
  • sensazione di distacco dalla realtà o di estraneità della propria persona o di parti del proprio corpo.

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I sintomi del panico possono ingenerare paura e terrore e associarsi a una sensazione di disastro incombente.

Il carattere dirompente dei sintomi e la loro intensità fa ritenere a chi ne soffre di essere preda di un disturbo fisico quale l’infarto. È invece importante sapere che in genere la crisi si risolve da sola e non comporta danni per l’integrità psicofisica della persona.

Molto spesso, comunque, questa informazione non è sufficiente a contenere la paura di poter sperimentare nuovamente una crisi.

La preoccupazione che un nuovo attacco di panico possa verificarsi è all’origine della cosiddetta ansia anticipatoria.

Tale paura sottosta a e alimenta l’evitamento delle situazioni che l´individuo ritiene capace di scatenare una crisi di panico. Molto spesso le situazioni temute sono quelle in cui si è verificato il primo attacco di panico.

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Quando è possibile diagnosticare un disturbo da attacchi di panico?

La maggior parte delle persone ha sperimentato un attacco di panico dopo un evento di vita particolarmente stressante o un periodo di stress intenso.

In effetti, alcune persone presentano una predisposizione genetica o psicologica alle problematiche di natura ansiosa.

In questi individui condizioni stressanti possono favorire l’insorgenza del disturbo da attacchi di panico.

Quando l’ansia supera una certa soglia, può infatti sfociare in crisi di forte impatto e intensità.

È per questo molto importante occuparsi delle proprie ansie e dello stress. Ci si può rivolgere a un professionista per un´adeguata diagnosi e per un trattamento efficace.

Le indicazioni per una diagnosi di disturbo di attacchi di panico vengono fornite dal DSM 5, il manuale diagnostico-statistico elaborato dall’American Psychiatric Association (2013).

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Il DSM-5 stabilisce i criteri per la diagnosi di attacco di panico.

Questa condizione si verifica quando la persona sperimenta almeno quattro dei sintomi precedentemente illustrati. I sintomi non devono però esserelegati all’assunzione di sostanze, ad altri disturbi psichiatrici, né a un disturbo di interesse medico.

Conseguentemente, la diagnosi di disturbo da attacchi di panico può essere effettuata se si verificano crisi ricorrenti.

Non solo. Almeno un episodio deve aver causato preoccupazioni persistenti di poter sperimentare nuovamente la sintomatologia. Oppure preoccupazioni per le implicazioni e le conseguenze del disturbo. O infine una modificazione dei propri comportamenti abituali.

Il DSM 5, inoltre, precisa che la diagnosi di disturbo da attacchi di panico può verificarsi in presenza o meno di agorafobia.

Tale condizione può essere riscontrata nei casi in cui un paziente presenti ansia nei confronti di situazioni quali trovarsi in diverse situazioni.

Spazi aperti, luoghi chiusi, fare la fila o essere in mezzo a una folla sono fra le situazioni maggiormente temute. Così come essere soli fuori di casa o doversi servire dei mezzi pubblici .

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Quali sono i trattamenti per il disturbo da attacchi di panico?

Il trattamento degli attacchi di panico può beneficiare di percorsi integrati che prevedano la compresenza di psicoterapia e farmacoterapia. Questo protocollo si è dimostrato molto efficace nel controllo e nella scomparsa della sintomatologia.

In genere la farmacoterapia, prevede la prescrizione di farmaci antidepressivi in associazione con degli ansiolitici a seconda delle necessità del paziente e della sua sintomatologia.

[stai leggendo: Chi ha paura del panico?]

L’approccio farmacologico deve però essere accompagnato da un´adeguata psicoterapia. Esistono diverse forme di psicoterapia per il trattamento del disturbo di panico. La psicoterapia cognitiva-neuropsicologica è utile sia nella riduzione della sintomatologia, che nel contrastare l’impatto negativo sulla qualità della vita.

Altre strategie di trattamento sono le terapie somatiche riabilitative, capaci di potenziare gli effetti della psicoterapia e di massimizzare l’efficacia della farmacoterapia.

Simili trattamenti agiscono sull’alterazione della fitness fisica. Questa infatti sembra essere presente in una percentuale importante di persone con disturbo da attacchi di panico.

Per maggiori informazioni sull´argomento è possibile consultare questa pagina.

Infine è importante trattare la sintomatologia quanto prima.

Tuttavia molti pazienti vivono con difficoltà l’uscire da casa. Ma per fortuna è possibile consultare un professionista avvalendosi di una modalità di consulenza e psicoterapia online.

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