Panico e respiro

Durante un attacco di panico, il corpo subisce una serie di reazioni fisiologiche intense, molte delle quali coinvolgono direttamente i polmoni e il sistema respiratorio. Queste reazioni possono sembrare molto spaventose e, in alcuni casi, possono persino portare a una sensazione di soffocamento o mancanza di respiro. Comprendere cosa succede ai polmoni durante un attacco di panico può aiutare a demistificare l’esperienza e fornire strumenti per gestirla più efficacemente.

Cosa succede ai polmoni durante un attacco di panico? 

1. Attivazione del sistema nervoso autonomo

Un attacco di panico inizia tipicamente con l’attivazione del sistema nervoso autonomo, in particolare la sua componente simpatica, che è responsabile della risposta “lotta o fuggi”. Questa risposta è un meccanismo di sopravvivenza evolutivo che prepara il corpo a reagire rapidamente a un pericolo percepito.

2. Aumento della frequenza respiratoria

Uno dei primi cambiamenti che si verificano nei polmoni durante un attacco di panico è l’aumento della frequenza respiratoria. Questo fenomeno è noto come iperventilazione. L’iperventilazione è una respirazione rapida e superficiale che si verifica perché il corpo cerca di prepararsi per l’azione, aumentando l’apporto di ossigeno ai muscoli e agli organi vitali.

Tuttavia, durante un attacco di panico, questo aumento della respirazione può diventare eccessivo, portando a uno squilibrio tra ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Normalmente, la respirazione mantiene un delicato equilibrio tra l’ossigeno, che entra nel corpo, e l’anidride carbonica, che viene espulsa. Quando si iperventila, si espelle più anidride carbonica del necessario, causando un calo dei livelli di CO2 nel sangue. Questo può portare a una condizione chiamata alcalosi respiratoria, che può provocare sintomi come vertigini, sensazione di svenimento, formicolio nelle mani e nei piedi, e senso di costrizione toracica.

3. Percezione alterata del respiro

Durante un attacco di panico, le persone spesso diventano iperconsapevoli del loro respiro. Questa iperconsapevolezza può portare a una percezione alterata della respirazione, facendo sembrare che sia più difficile respirare o che non si stia ottenendo abbastanza aria, anche se fisiologicamente i polmoni stanno ricevendo abbastanza ossigeno. Questo fenomeno è spesso descritto come “dispnea“, o difficoltà respiratoria, che può amplificare ulteriormente il panico e innescare un ciclo di ansia crescente.

4. Contrazione dei muscoli respiratori

In risposta all’ansia e al panico, i muscoli del torace e del diaframma possono contrarsi, rendendo la respirazione più superficiale e meno efficiente. Questo può portare a una sensazione di oppressione toracica o di incapacità di respirare profondamente, che può essere molto angosciante per chi sta vivendo un attacco di panico. Questi sintomi possono far sì che la persona si sforzi ulteriormente di respirare, aumentando la tensione muscolare e peggiorando la sensazione di mancanza di respiro.

5. Effetti sul flusso di sangue e sull’ossigenazione

L’iperventilazione e la conseguente riduzione dei livelli di anidride carbonica nel sangue possono influire sulla vasocostrizione, un restringimento dei vasi sanguigni. La vasocostrizione può ridurre il flusso sanguigno a diverse parti del corpo, compreso il cervello, il che contribuisce a sensazioni di vertigini e confusione mentale, tipiche durante un attacco di panico. Nonostante questo, i livelli di ossigeno nel sangue rimangono generalmente normali o addirittura aumentano durante un attacco di panico, il che significa che non c’è una vera carenza di ossigeno, ma la percezione di non riuscire a respirare correttamente può persistere.

6. Sensazione di soffocamento

Una delle sensazioni più comuni durante un attacco di panico è la paura di soffocare o di non riuscire a respirare. Questa sensazione è in parte dovuta all’iperventilazione e alla percezione alterata del respiro, ma può anche essere amplificata da altri sintomi fisici e psicologici che si verificano durante l’attacco. Ad esempio, la sensazione di costrizione nella gola, nota come “bolo isterico“, è una sensazione di nodo alla gola che può far temere di non riuscire a deglutire o respirare. Anche se questa sensazione è fastidiosa, non rappresenta un reale rischio di soffocamento, ma contribuisce a intensificare la paura e l’ansia.

7. Ciclo di retroazione negativa

Il ciclo di retroazione negativa è un meccanismo che può alimentare un attacco di panico, creando un circolo vizioso. Quando una persona inizia a iperventilare e a percepire difficoltà respiratorie, può diventare ancora più ansiosa. Questa ansia aggiuntiva può portare a un’ulteriore iperventilazione, peggiorando i sintomi fisici e intensificando la sensazione di panico. Il ciclo può continuare fino a quando la persona non riesce a calmarsi o a interrompere il ciclo attraverso tecniche di gestione dell’ansia, come la respirazione lenta e profonda o altre strategie di rilassamento.

8. Implicazioni a lungo termine

Per alcune persone, gli attacchi di panico ricorrenti e la conseguente iperventilazione possono avere effetti a lungo termine sulla funzione respiratoria e sulla percezione del respiro. Ad esempio, alcune persone possono sviluppare un’ansia anticipatoria riguardo al respiro, temendo di poter sperimentare un altro attacco di panico. Questa paura può portare a un’ipervigilanza rispetto alla respirazione quotidiana, causando un’ansia cronica che può interferire con la qualità della vita. Inoltre, la paura di avere un attacco di panico in situazioni sociali o in luoghi pubblici può portare a comportamenti di evitamento, limitando le attività quotidiane e isolando la persona.

9. Gestione e trattamento

La gestione degli attacchi di panico, in particolare i sintomi respiratori, può includere una varietà di approcci.

Le tecniche di respirazione sono spesso il primo passo per aiutare a ridurre l’iperventilazione e ristabilire l’equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Ad esempio, la respirazione diaframmatica, che consiste nel respirare lentamente e profondamente usando il diaframma, può aiutare a contrastare l’iperventilazione. Inoltre, tecniche di rilassamento come il rilassamento muscolare progressivo e la mindfulness possono aiutare a ridurre la tensione muscolare e a calmare la mente.

In alcuni casi, il trattamento degli attacchi di panico può includere l’uso di farmaci ansiolitici o antidepressivi, che possono aiutare a regolare i neurotrasmettitori nel cervello e ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi.

La psicoterapia è un’altra opzione di trattamento efficace, che aiuta le persone a identificare e intervenire sulle cause che alimentano l’ansia e il panico.

In conclusione, durante un attacco di panico, i polmoni e il sistema respiratorio sono coinvolti in una serie di reazioni che possono creare una sensazione di soffocamento e difficoltà respiratoria. Questi sintomi, sebbene spaventosi, non sono pericolosi e possono essere gestiti con tecniche di respirazione e strategie di rilassamento. Comprendere i meccanismi sottostanti a questi sintomi può aiutare a ridurre la paura e migliorare la gestione degli attacchi di panico, permettendo alle persone di vivere una vita più serena e meno condizionata dall’ansia.