Le conseguenze psicologiche del coronavirus
Le due più importanti conseguenze psicologiche del coronavirus sono il panico e la psicosi di massa.
La diffusione del contagio da Coronavirus ha creato un’emergenza sanitaria che sta sollevando l’attenzione dei governi di tutto il mondo. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha esteso a tutto il territorio italiano le misure atte a contenere la diffusione di massa del virus e ha dichiarato che “Tutta ‘Italia sarà zona protetta”. Un aumento non controllato di nuovi casi infatti potrebbe portare al collasso del sistema sanitario.
Mentre ci si adopera per rallentare il contagio fisico, ci sono altri due “virus” da controllare: il panico e la psicosi di massa. Ma mentre il primo tende a esaurirsi in un tempo abbastanza limitato, la psicosi di massa invece si autoalimenta ed è difficile da fermare.
Sicuramente il momento è difficile, soprattutto perché senza precedenti. E in una tale situazione di incertezza, può capitare di sentirsi persi e ansiosi.
Anche chi non ha contratto il Coronavirus e chi si attiene a seguire le indicazioni fornite limitando al massimo i contatti con altre persone può essere preda di stati ansiogeni. Chi poi dovesse trovarsi costretto a stare in casa, per isolamento o per altre problematiche legate alla salute, potrebbe arrivare, in alcuni casi, a provare sensazioni di claustrofobia.
Una volta che l’emergenza sarà rientrata, in linea di massima tutto tornerà alla normalità, ma in alcuni casi lo stato ansiogeno potrebbe protrarsi o riemergere in futuro. Uno studio britannico ha analizzato l’impatto psicologico della quarantena. I risultati dello studio suggeriscono che gli effetti psicologici della quarantena possono essere di lunga durata; tra questi ci sono sintomi di disturbo da stress post-traumatico, depressione, sentimenti di rabbia e paura. In alcuni soggetti è stato registrato anche il ricorso all’abuso di sostanze.
Le conseguenze psicologiche di tale condizione possono essere rilevati dopo mesi o addirittura anni.
Fra i soggetti che sono maggiormente a rischio in questa situazione ci sono al primo posto coloro che hanno una storia pregressa di disturbi psichiatrici, che in una tale situazione ansiogena potrebbero sviluppare o peggiorare il loro stato di malattia.
In generale anche gli operatori sanitari sono a rischio, essendo fra coloro che subiscono le conseguenze psicologiche che scaturiscono dalla situazione di emergenza. Essendo esentati dalla quarantena per il loro lavoro, per loro il rischio di contrarre il virus è molto elevato. Proprio per questo meriterebbero un’attenzione ancora più particolare.
Come combattere lo stress di questo periodo? Ecco 5 consigli:
1 – LEGGERE SOLO COMUNICATI UFFICIALI DA FONTI AUTOREVOLI
Le informazioni false o errate corrono veloci. Per questo motivo è fondamentale attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie e governative. Questo è il consiglio diffuso anche dalla Società Italiana di Psichiatria. E’ necessario fare attenzione sempre alla fonte da cui arriva la notizie, fidandosi solo di testate giornalistiche ufficiali e autorevoli.
Infatti alcune persone in quarantena stanno già sperimentando alti livelli di paura riguardo all’infezione e alla possibilità di infettare gli altri. E a questo si aggiunge la paura – spesso immotivata – di non poter avere accesso ai beni di prima necessità o di non poter raggiungere i propri cari in caso di bisogno. In questo modo lo stress rischia di avere la meglio sulla nostra parte razionale.
Cautela anche con l´interpretazione dei numeri: le news si rincorrono e i dati vengono aggiornati continuamente. È importante cercare di capire a cosa si riferiscono e leggerli nel modo più corretto. L’aumento dell’isolamento spinge a navigare in rete: si rischia di imbattersi in dati errati, oppure di alimentare la preoccupazione cercando sintomi della malattia. Meglio seguire solo canali ufficiali e, almeno ogni tanto, prendersi una pausa. Spegnere la televisione o la radio per un po’ rifugiandosi in altri hobby, dalla lettura alla musica, non può che fare bene.
2 -OTTENERE SUPPORTO PSICOLOGICO ONLINE
Esistono diversi psicoterapeuti che offrono un supporto psicologico in modalità online.
La psicoterapia online non solo produce un miglioramento psicologico ed emotivo ma è efficace anche in caso di disturbi di ansia (come il disturbo di panico, l´agorafobia, le fobie). (Manfrida et al., 2018; Kocsis & Yellowlees, 2018).
3 – DARE STRUTTURA ALLE GIORNATE
Soprattutto nei primi giorni, è normale sentirsi un po’ persi e faticare ad avere un nuovo ritmo. Il primo consiglio da seguire è quello di rispettare il più possibile gli orari abituali. Evitare di fare le ore piccole per alzarsi tardi al mattino. Se si lavora da casa, meglio tenere la sveglia alla stessa ora e prepararsi come di consueto. Prendetevi una pausa a metà mattinata, concedetevi momenti di relax e poi ributtatevi sulle attività lavorative.
Ottime abitudini anche per bambini e ragazzi, che senza la scuola e le attività extrascolastiche hanno perso importanti punti di riferimento. Devono essere aiutati a strutturare la propria giornata. Sapere che alcune ore sono da dedicare allo studio, altre alle faccende domestiche o alla cura della persona, altre allo svago li aiuterà a ridurre quel senso di vacuità e incertezza. Anche coinvolgerli in attività diverse dal solito è un modo per distogliere la mente dall’idea – più psicologica che reale – di essere limitati.
4 – CIRCONDARSI DI UNA BUONA COMPAGNIA VIRTUALE
I contatti sociali di persona sono interrotti, ma la tecnologia ci permette di avere molti contatti pur stando a casa. Un’arma a doppio taglio, che può e deve essere usata a proprio vantaggio.
E’ normale passare tempo sui social per cercare confronto. Ma troppo spesso i post pieni di commenti diventano luoghi di panico e lamentele. La stessa cosa vale per i messaggi o i gruppi whatsapp: se ci si imbatte in amici troppo ansiosi o con tendenze ipocondriache, è dannoso per tutti farsi trascinare nella lo ansia. Meglio allontanarsi quando ci si accorge di farsi influenzare troppo.
E’ possibile anche abbandonare temporaneamente i gruppi in ci la discussione non ha freni; si avrà tempo e modo più avanti di riallacciare i contatti virtuali.
Piuttosto, meglio affacciarsi alla finestra e chiacchierare col vicino, mantenendosi a debita distanza. Se si ha la fortuna di avere vicino un amico sereno, anche la propria ansia verrà mitigata.
5 – PREFERIRE LE TELEFONATE A DISCAPITO DEI MESSAGGI
Nell’era di Whatsapp, stiamo perdendo l’abitudine di fare telefonate. Il messaggio ha il vantaggio di poter essere inviato in qualsiasi momento, e poi avere una risposta quando l’altra persona troverà il momento opportuno. Ma questo mette ancor più distanza fra le persone.
La chiamata telefonica è una comunicazione sincronica, ovvero si svolge nello stesso istante per entrambe le parti. Mentre ai messaggi si risponde in un secondo momento, oppure si viene interrotti e cambia l’emotività, la telefonata obbliga a tenere la concentrazione sull’interlocutore.
Insomma, è un modo per interessarsi dell’altro in maniera più diretta e stargli più vicino. La telefonata permette di sentire la voce dell’altro e le diverse inflessioni, trasmette più facilmente le sensazioni rispetto a un messaggio scritto.
Dato che si ha più tempo da passare in casa, dedicare una mezz’ora a chiamare una persona che sappiamo essere sola è un’azione che farà bene a entrambi.