il primo colloquio in psicoterapia

Ansia: eccesso di novità, incertezza o perdita di controllo?

Immagina di essere catapultato in un ambiente completamente nuovo, dove ogni cosa ti sembra sconosciuta e potenzialmente minacciosa.

Non sai cosa aspettarti e, senza nemmeno accorgertene, il tuo corpo inizia a reagire: il cuore accelera, la mente corre, e una sensazione di disagio ti assale.

Questo è l’effetto che l’esposizione a contesti nuovi può avere sull’ansia e sul panico.

Ma perché la nostra mente reagisce così fortemente all’ignoto?

Cosa succede dentro di noi quando affrontiamo situazioni nuove e sconosciute?

Ansia e novità: una reazione naturale 

L’ansia è una risposta naturale e istintiva del nostro corpo. È il nostro “allarme interno” che si attiva quando ci troviamo in una situazione percepita come minacciosa.

È una reazione evolutiva che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere in un mondo pieno di pericoli.

Quando ci immergiamo in un contesto nuovo, il cervello entra in una modalità di allerta. Non ha familiarità con l’ambiente, quindi non può prevedere cosa accadrà.

Questo meccanismo di difesa, un po’ come un radar che cerca continuamente segnali di pericolo, è alla base dell’ansia che proviamo quando ci troviamo in territori sconosciuti.

E se questa esposizione a nuovi contesti continua nel tempo?

Il cervello può entrare in una modalità di iperattivazione. Un po’ come un motore che gira sempre a pieno regime, cercando costantemente di interpretare ogni nuovo stimolo, fino a quando non si sovraccarica.

Questo processo mentale può generare una sensazione di disorientamento e di ansia crescente. La mente è così concentrata a cercare il rischio che tutto sembra improvvisamente minaccioso.

Ma cosa alimenta questa ansia da novità?

Uno degli ingredienti principali è l’incertezza.

Il ruolo dell’incertezza

Gli esseri umani, per natura, temono l’incertezza. Quando non possiamo prevedere cosa accadrà, il cervello si sente disorientato e vulnerabile.

In situazioni familiari, il nostro cervello attinge a esperienze passate per fare previsioni, ma quando ci troviamo in un contesto nuovo, queste esperienze non sono più utili.

La sensazione di “perdere il controllo” diventa quasi inevitabile.

Ecco perché l’incertezza in situazioni nuove può innescare una paura dell’ignoto. Questo tipo di paura ha radici profonde nell’evoluzione. Per i nostri antenati, evitare l’ignoto significava evitare il pericolo.

Ma oggi, nella nostra vita moderna, questa paura può sembrare irrazionale e sproporzionata rispetto alla reale minaccia.

La paura dell’ignoto, però, non è l’unica causa dell’ansia da cambiamento.

Un altro fattore fondamentale è il bisogno di controllo.

 

 

L’importanza del controllo nell’ansia

Il bisogno di controllo è un aspetto cruciale della nostra tranquillità mentale. Quando abbiamo il controllo su una situazione, ci sentiamo al sicuro.

Ma, in un contesto nuovo, il controllo è spesso ridotto o inesistente, e questo può generare una forte sensazione di impotenza.

Immagina di essere in un luogo sconosciuto, senza una mappa e senza certezze. Il cervello, a questo punto, attiva una sorta di “allarme” che mette il corpo in uno stato di iper-vigilanza.

La risposta istintiva del corpo, quella di “lotta o fuga”, si attiva, come se fossimo di fronte a una minaccia imminente.

Se questa risposta viene innescata troppo frequentemente, può portare a ansia cronica e a episodi di panico.

Il cambiamento sociale e culturale: l’adattamento alle nuove norme

Oltre all’incertezza e alla perdita di controllo, l’adattamento a nuovi contesti sociali e culturali gioca un ruolo fondamentale nell’aumento dell’ansia.

Ogni società ha le sue norme e regole che ci aiutano a sentirci parte di un gruppo, a capire cosa è accettabile e cosa no.

Quando ci si trova in un ambiente nuovo, queste norme potrebbero essere diverse o addirittura assenti.

Questa dissonanza tra il proprio sistema di valori e quello del nuovo ambiente può scatenare una profonda sensazione di disorientamento.

E quando il conflitto tra ciò che crediamo e ciò che vediamo intorno a noi è troppo forte, può innescarsi una dissonanza cognitiva: una sorta di lacerazione interna che alimenta l’ansia.

A questo punto, il cervello cerca disperatamente di trovare un equilibrio, ma spesso il conflitto non ha soluzione immediata.

E qui emerge un altro aspetto importante: le differenze individuali.

Le differenze individuali

Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo agli stimoli di ansia e panico.

La personalità, le esperienze passate, e le capacità di coping giocano un ruolo fondamentale nel determinare come affrontiamo l’esposizione a nuovi contesti.

Le persone più ansiose o quelle che hanno vissuto esperienze traumatiche in passato sono più vulnerabili a questi episodi di panico.

Al contrario, chi ha una buona resilienza e un alto livello di adattamento tende a reagire in modo più equilibrato.

Ma come mai, quindi, alcuni di noi riescono a gestire l’ansia meglio di altri?

Il ruolo della neurobiologici nell’ansia

Dal punto di vista neurobiologico, l’ansia e il panico sono strettamente legati all’attivazione dell’amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni e la paura.

Quando ci troviamo in un contesto sconosciuto, l’amigdala può reagire in modo eccessivo, interpretando ogni nuova situazione come un pericolo imminente.

Questo innesca una cascata di reazioni fisiche e psicologiche, alimentando l’ansia.

Inoltre, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) è coinvolto nella risposta allo stress, e la sua attivazione ripetuta, come avviene durante l’esposizione continua a nuovi contesti, porta a un rilascio costante di cortisolo, l’ormone dello stress.

Con il tempo, questa esposizione può rendere il corpo più vulnerabile agli attacchi di panico.

L’effetto dell’esposizione sull’ansia 

Se l’esposizione a contesti nuovi è continua, si crea un effetto cumulativo.

Ogni singola esperienza di stress non è necessariamente devastante, ma la ripetizione può accumularsi e, alla fine, superare la capacità di coping dell’individuo.

Questo accumulo di ansia può trasformarsi in episodi di panico, che sembrano arrivare senza preavviso e possono far sentire una persona come se stesse perdendo il controllo della propria mente e del proprio corpo.

In alcuni casi, la paura di perdere il controllo arriva al punto da generare la sensazione di impazzire.

La mente può ingannare il corpo, facendo credere che qualcosa di irreparabile stia accadendo, come se non fosse più possibile distinguere tra ciò che è reale e ciò che è solo una paura intensa.

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Strategie di gestione dell’ansia 

Come possiamo quindi affrontare questa ansia che nasce dall’esposizione continua a situazioni nuove?

Esistono diverse strategie efficaci per gestirla.

Una delle più potenti è la desensibilizzazione graduale: esporsi lentamente alle nuove situazioni, permettendo al cervello di adattarsi senza sentirsi sopraffatti.

Le tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione e il rilassamento muscolare progressivo, sono strumenti validi per ridurre l’attivazione del sistema nervoso e calmare l’amigdala.

Inoltre, sviluppare un senso di controllo interno, attraverso tecniche di problem solving, può aiutare a ridurre l’ansia.

Infine, costruire una rete di supporto sociale è fondamentale: sapere di non essere soli rende ogni nuova esperienza più gestibile.

In conclusione, l’esposizione continua a contesti nuovi può generare ansia e panico a causa di una combinazione di fattori psicologici, sociali e neurobiologici.

Capire questi meccanismi è fondamentale per affrontare il cambiamento con maggiore sicurezza.

Solo con il giusto approccio, è possibile gestire l’ansia da novità e vivere ogni situazione nuova con maggiore tranquillità e consapevolezza.