Quanto sei sensibile all’ansia?
A volte sembra che l’ansia si presenti dal nulla, improvvisa e inspiegabile.
Ma cosa succede davvero dentro di noi?
In alcune persone predisposte a sviluppare disturbi d’ansia, non è tanto una convinzione sbagliata sulla pericolosità dell’ansia a scatenare la paura, né le sole circostanze di vita stressanti.
La radice del problema sta in un meccanismo più profondo: la stabilità interocettiva, ossia la capacità del corpo di percepire e interpretare correttamente le proprie sensazioni interne, risulta compromessa.
Sensibilità all’ansia: di cosa si tratta
La sensibilità all’ansia, è la paura delle sensazioni fisiche associate all’ansia. Secondo la psicoterapia cognitivo-comportamentale, questa paura nasce dalla convinzione che queste sensazioni possono avere conseguenze gravi o pericolose.
Un esempio comune?
Pensare che un cuore che batte forte significa un imminente attacco di cuore.
Tuttavia, studi recenti suggeriscono che questa paura non deriva semplicemente da credenze sbagliate. Non è un pensiero irrazionale a rendere queste sensazioni così spaventose.
Piuttosto, è il modo in cui il corpo percepisce e interpreta queste sensazioni interne a essere disfunzionale.
Ma cosa c’entra il corpo?
Il corpo, attraverso il sistema interocettivo, monitora costantemente le sue funzioni interne: dal ritmo del cuore alla respirazione, fino ai livelli di tensione muscolare.
Questo sistema ci aiuta a mantenere l’equilibrio fisiologico e a rispondere in modo appropriato agli stimoli. Quando tutto funziona bene, queste sensazioni passano inosservate o vengono interpretate correttamente.
In persone con alta sensibilità all’ansia, però, questa regolazione è alterata. Il corpo reagisce in modo eccessivo, percependo segnali innocui come se fossero pericolosi.
È come se il sistema di allarme del corpo fosse sempre acceso, anche senza un pericolo reale.
Ma facciamo un passo indietro.
Che cos’è l’interocezione?
L’interocezione è la capacità del sistema nervoso centrale di monitorare e interpretare le informazioni provenienti dall’interno del corpo, come la frequenza cardiaca, la respirazione, la temperatura corporea e altri segnali fisiologici.
È un sistema che lavora costantemente, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, per garantire che il nostro corpo funzioni in modo equilibrato.
Perché è importante per l’ansia?
La capacità del corpo di elaborare e interpretare correttamente queste sensazioni fisiche è essenziale per rispondere in modo adeguato all’ansia.
Normalmente, un aumento del battito cardiaco o una maggiore sudorazione sono reazioni fisiologiche normali di stress, e il nostro cervello le riconosce come tali senza allarmarsi.
Negli individui con un’elevata sensibilità all’ansia, però, la capacità di percepire i segnali interni diventa particolarmente acuta e iper-vigilante, portando a una consapevolezza più intensa, ma spesso distorta, delle normali fluttuazioni corporee.
In altre parole, quando a causa di eventi stressanti o di periodi di pressione emotiva questa stabilità viene compromessa si diventa più vulnerabili a reazioni fisiologiche e psicologiche disadattive, come gli attacchi di panico.
![attacchi di panico cosa fare](https://www.giuseppeiannone.it/wp-content/uploads/2020/03/GettyImages-539770913-569c10ab5f9b58eba4a76d28-scaled-300x199.jpg)
Stress e attacchi di panico spontanei
Gli attacchi di panico spontanei sono episodi improvvisi e intensi di paura o disagio, accompagnati da sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, tremori, difficoltà respiratorie e una sensazione di catastrofe imminente.
La particolarità di questi episodi è che possono verificarsi senza un fattore scatenante apparente, rendendoli imprevedibili e particolarmente destabilizzanti per chi ne soffre.
Ma cosa c’è alla base di questi attacchi?
La chiave per comprendere perché gli individui con elevata sensibilità all’ansia siano più soggetti a questi attacchi di panico spontanei in periodi di forte stress risiede nella compromissione della stabilità interocettiva.
Per le persone con un’elevata sensibilità all’ansia, periodi di forte stress possono alterare il funzionamento del sistema interocettivo.
In condizioni normali, il corpo è in grado di distinguere tra semplici fluttuazioni fisiologiche, come un lieve aumento del battito cardiaco, e veri segnali di allarme. Tuttavia, sotto stress cronico, questa capacità di discriminare si riduce.
L’interazione tra lo stress e l’interocezione compromessa è ciò che rende particolarmente vulnerabili gli individui con un’elevata sensibilità all’ansia agli attacchi di panico.
Lo stress cronico altera la capacità dell’individuo di regolare le proprie risposte fisiologiche, rendendo più probabile che sensazioni normali come un leggero aumento del battito cardiaco o un cambiamento nella respirazione vengano interpretati come segnali di un’imminente catastrofe fisica.
Sensibilità ai cambiamenti corporei
Una maggiore sensibilità ai cambiamenti corporei, piuttosto che una convinzione specifica sul pericolo dell’ansia, spiega perché alcuni individui sono più vulnerabili agli attacchi di panico durante periodi di stress intenso.
Coloro che hanno un’elevata sensibilità all’ansia tendono a monitorare attentamente le proprie sensazioni interne, prestando ossessiva attenzione anche ai minimi cambiamenti corporei.
Questa vigilanza costante può distorcere la percezione dei segnali corporei, creando un circolo vizioso: più qualcuno si concentra su questi segnali, più sembrano anormali o minacciosi, il che amplifica l’ansia e può alla fine scatenare il panico.
In periodi di stress, quando il sistema nervoso è già iperattivato e l’individuo si trova a dover gestire una serie di stimoli esterni pressanti, il sistema interocettivo diventa meno efficace nel filtrare i segnali fisiologici irrilevanti o normali, amplificando ulteriormente la sensazione di disagio corporeo.
È in questo contesto che gli attacchi di panico possono insorgere improvvisamente, senza un’apparente ragione esterna.
Come può aiutarti la psicoterapia?
Da un lato, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sulla modificazione delle convinzioni cognitive errate riguardo all’ansia (come avviene nella tradizionale terapia cognitivo-comportamentale), è fondamentale lavorare sul miglioramento della regolazione interocettiva e sulla riduzione della sensibilità alle variazioni corporee, ristabilendo una maggiore stabilità interocettiva, riducendo così la vulnerabilità agli attacchi di panico.
Dall’alto, la psicoterapia può aiutarti a navigare in momenti di forte stress, cambiamenti importanti e in tutte le situazioni che ti rendono più esposto al rischio di soffrire di panico.
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In sintesi, abbiamo visto come:
1) Lo stress non altera direttamente le convinzioni soggettive sulla pericolosità dell’ansia, ma compromette la stabilità interocettiva.
2) Questa compromissione porta a una maggiore vulnerabilità agli attacchi di panico spontanei durante periodi di stress elevato.
3) La sensibilità acuta alle variazioni corporee gioca un ruolo cruciale in questo processo, rendendo particolarmente suscettibili a interpretazioni catastrofiche delle normali fluttuazioni fisiologiche, il che innesca attacchi di panico.
4) Interventi terapeutici mirati a migliorare la regolazione interocettiva e la gestione dello stress possono offrire nuove prospettive per il trattamento del disturbo di panico e altri disturbi d’ansia.