La pazienza come antidoto all’ansia
Nella mia esperienza come psicoterapeuta post-razionalista di orientamento ermeneutico fenomenologico, ho osservato spesso che l’ansia può essere vista come una forma di impazienza. L’ansioso, nel suo tentativo di controllare o anticipare ciò che accadrà, manifesta una difficoltà a vivere pienamente il presente, preferendo rifugiarsi nelle proiezioni future o nelle memorie del passato. Questa forma di impazienza nasce da un’incapacità di accettare l’incertezza dell’oggi, la precarietà del momento presente e la fragilità dell’esistenza umana. L’ansia, infatti, è spesso legata al desiderio di evitare il rischio e l’imprevedibilità.
Ansia e futuro
L’ansioso si trova intrappolato in una costante anticipazione di eventi che potrebbero non accadere, o che potrebbero avvenire in modo diverso da quanto temuto. L’anticipazione sul futuro interferisce con la capacità di vivere l’oggi perché già proiettati nel domani, e allo stesso tempo a non godere dei piccoli momenti di serenità.
L’arte di saper attendere
Una delle chiavi per affrontare l’ansia è imparare a sviluppare una qualità tanto semplice quanto complessa: la pazienza. Essere pazienti non significa passività o rassegnazione, ma saper accettare il fluire della vita senza forzare gli eventi o cercare di controllarli in modo ossessivo. Saper attendere non è soltanto un’attitudine, ma una competenza psicologica fondamentale per vivere con pienezza.
La pazienza ci insegna a tollerare l’incertezza, a convivere con l’idea che non possiamo avere il controllo su tutto e che il tempo è un alleato, non un nemico. In questo senso, l’ansioso può essere visto come colui che ha perso il contatto con il tempo presente, colui che non è disposto ad attendere perché teme che l’attesa possa portare dolore o delusione. Eppure, l’attesa è una parte integrante della vita, così come lo sono le difficoltà e le sfide che dobbiamo affrontare quotidianamente.
La trappola del passato e dell’entusiasmo per il futuro
Due grandi trappole psicologiche impediscono all’individuo ansioso di vivere pienamente il presente: la nostalgia del passato e l’entusiasmo irrealistico per il futuro. La prima porta l’individuo a rimpiangere ciò che è stato, a idealizzare esperienze passate come se fossero state perfette, e a desiderare di poterle rivivere. Questo atteggiamento, oltre a essere irrealizzabile, imprigiona la persona in una dimensione temporale ormai trascorsa, impedendole di cogliere le opportunità dell’oggi.
L’entusiasmo per il futuro, d’altra parte, può manifestarsi come una forma di fuga in avanti, una proiezione verso un domani che appare come un rifugio da tutte le difficoltà del presente. L’individuo ansioso può essere ossessionato dall’idea che il futuro sarà migliore, più sicuro, più controllabile, e questa prospettiva lo porta a trascurare ciò che è realmente importante: la vita nel qui e ora.
Il futuro, proprio perché incerto, diventa pericolosamente attraente. Ma è un futuro che non si fonda su una visione realistica, bensì su aspettative irrazionali che spesso conducono alla delusione. L’entusiasmo, in questo caso, non è la naturale eccitazione per nuove opportunità, ma una sorta di euforia che maschera l’incapacità di accettare le complessità dell’oggi.
Vivere l’oggi: un antidoto contro l’ansia
La pazienza si esprime nella capacità di vivere l’oggi, di accettare la realtà per quella che è, senza sognare una vita diversa, senza fuggire dalla precarietà e fragilità dell’esistenza. Questo non significa rassegnazione, bensì presenza consapevole. Vivere nel presente significa accogliere ciò che ci accade, senza rifugiarsi in illusioni che sembrano alternative attraenti al presente. Queste illusioni, spesso, non fanno altro che aumentare l’ansia, poiché ci distolgono dalla nostra vera vita, dalle nostre relazioni e dai nostri impegni quotidiani.
L’ansioso è impaziente perché non riesce a rinunciare a queste illusioni. Desidera costantemente che le cose siano diverse, che il tempo passi più velocemente o che gli eventi si risolvano secondo i suoi desideri. Ma, in realtà, la vita si svolge qui e ora, con tutte le sue difficoltà e le sue incertezze. Imparare ad accettare il presente, con i suoi limiti e le sue potenzialità, è un passo fondamentale per ridurre l’ansia.
Rinunciare alle illusioni?
Rinunciare alle illusioni significa accettare che non possiamo controllare tutto. Significa imparare a convivere con l’idea che la vita è complessa, che il nostro lavoro, le nostre relazioni e i contesti in cui siamo inseriti non saranno mai perfetti. Tuttavia, ciò non implica una resa, ma una forma di accettazione attiva. Significa riconoscere che la nostra felicità e il nostro benessere non dipendono dall’avere tutto sotto controllo, ma dalla nostra capacità di adattarci alle circostanze, di saper aspettare, di tollerare l’incertezza.
Accettare le tappe della nostra vita con i loro limiti e le loro ricchezze significa anche comprendere che ogni fase ha qualcosa da offrirci. Invece di cercare costantemente di fuggire dal presente, possiamo imparare ad assaporarlo. Questo richiede coraggio, perché vivere pienamente il presente implica anche affrontare la sua precarietà, le sue difficoltà e le sue sfide.
Accettare noi stessi e gli altri
Un altro aspetto cruciale della pazienza è la capacità di accettare noi stessi e gli altri. L’ansia spesso nasce da un conflitto interiore: non ci accettiamo per come siamo, non accettiamo le nostre fragilità, i nostri limiti, i nostri errori. Questa mancanza di auto-accettazione si riflette anche nelle nostre relazioni: pretendiamo che gli altri siano perfetti, che ci comprendano completamente, che non ci deludano mai.
Ma la realtà è diversa. Accettare noi stessi significa riconoscere che siamo esseri umani, che sbagliamo, che abbiamo dei limiti. E accettare gli altri significa comprendere che anche loro sono imperfetti, che non possono soddisfare tutte le nostre aspettative. Questa accettazione, lungi dall’essere una forma di rassegnazione, è il punto di partenza per costruire relazioni più autentiche e profonde.
In conclusione, l’ansia può essere vista come una forma di impazienza, una resistenza a vivere pienamente il presente. Per contrastare questa tendenza, è necessario sviluppare la capacità di attendere, di accettare l’incertezza, di vivere l’oggi senza lasciarsi trascinare dal rimpianto per il passato o dall’euforia per il futuro. Imparare a essere pazienti, a rinunciare alle illusioni e a accettare noi stessi e gli altri, ci permetterà di vivere una vita più serena e consapevole, lontana dall’angoscia, dall’ansia e dalla paura.
Vivere il presente non è facile, richiede coraggio e consapevolezza. Ma è l’unico modo per affrontare la vita nella sua complessità, con tutte le sue sfumature, e per trovare, in essa, un senso di pace e realizzazione.