A cosa pensi quando sei ansioso?

 

L’ansia è una delle esperienze psicologiche più comuni e universali. Tutti, in momenti diversi della vita, ci siamo sentiti in apprensione, preoccupati o agitati. Ma cosa accade davvero nella nostra mente quando proviamo ansia? Quali pensieri attraversano la testa in quei momenti e, soprattutto, come possiamo riconoscerli e gestirli? In questo articolo approfondiremo i meccanismi cognitivi legati all’ansia, esploreremo i tipi di pensieri più frequenti, vedremo come il nostro cervello tende a distorcere la realtà e scopriremo alcune strategie pratiche per imparare a riconoscere e trasformare questi schemi mentali.

Perché i pensieri sono così importanti quando parliamo di ansia?

L’ansia non è solo un insieme di sintomi fisici come battito accelerato, sudorazione o tensione muscolare. È soprattutto un fenomeno cognitivo: la mente interpreta le situazioni come minacciose, anche quando oggettivamente non lo sono, e produce pensieri automatici che alimentano lo stato di allarme.

Questi pensieri sono spesso:

Rapidi e ricorrenti: compaiono senza controllo cosciente.

Negativi e catastrofici: ingigantiscono i rischi o anticipano scenari peggiori.

Autocritici: mettono in dubbio le proprie capacità o il proprio valore.

(Ri)conoscere i pensieri tipici dell’ansia è il primo passo per non identificarsi con essi e iniziare a gestirli.

I pensieri più comuni quando ci si sente ansiosi

1. Pensieri catastrofici

“E se succede qualcosa di terribile?”

Questi pensieri portano la mente a immaginare scenari estremi: un piccolo errore al lavoro diventa la paura di essere licenziati, un dolore passeggero viene interpretato come sintomo di una grave malattia.

2. Pensieri di anticipazione negativa

“Sicuramente andrà male.”

L’ansia spinge a prevedere il futuro in termini negativi, come se la mente fosse programmata a proiettarsi sempre verso il peggio.

3. Pensieri di autosvalutazione

“Non sono all’altezza.”

Chi vive ansia spesso sente di non avere le risorse per affrontare una situazione, anche quando le capacità sono presenti.

4. Pensieri ipercritici sugli altri

“Mi giudicheranno, penseranno che sono strano.”

L’ansia sociale, ad esempio, è alimentata dalla convinzione che gli altri ci osservino e ci critichino costantemente.

5. Pensieri di perdita di controllo

“Sto per perdere il controllo, impazzirò.”

Sono frequenti soprattutto durante gli attacchi di panico, quando la mente interpreta le sensazioni fisiche intense come segnali di pericolo imminente.

Le distorsioni cognitive che alimentano l’ansia

Questi pensieri non sono casuali, ma seguono schemi mentali ricorrenti che in psicologia cognitiva vengono chiamati distorsioni cognitive. Alcune tra le più comuni sono:

Catastrofizzazione: immaginare sempre il peggio.

Pensiero dicotomico: vedere tutto in termini assoluti (“o tutto perfetto o un fallimento totale”).

Lettura del pensiero: credere di sapere cosa gli altri pensano di noi.

Generalizzazione: da un singolo evento negativo trarre conclusioni globali (“Se è andata male una volta, andrà male sempre”).

Filtro negativo: concentrarsi solo sugli aspetti negativi e ignorare quelli positivi.

Essere consapevoli di questi meccanismi aiuta a ridurre il loro impatto.

Perché è difficile “smettere di pensare”

Molte persone ansiose si rimproverano di non riuscire a smettere di pensare, ma è importante chiarire un concetto: non possiamo controllare i pensieri che emergono spontaneamente. Ciò che possiamo imparare a fare è cambiare il modo in cui ci rapportiamo ad essi. Ricorda: i pensieri non sono fatti, ma semplici interpretazioni. Non è necessario eliminarli, ma piuttosto osservarli, metterli in discussione e sostituirli con interpretazioni più realistiche e utili.

Strategie pratiche per gestire i pensieri ansiosi

Ecco alcune tecniche utili che puoi iniziare a sperimentare:

Scrivere i pensieri

Tenere un diario dell’ansia aiuta a riconoscere i pensieri ricorrenti e a osservarli con maggiore distacco.

Domandarsi: “Quali prove ho che questo pensiero sia vero?”

Spesso i pensieri ansiosi sono ipotesi non supportate da fatti concreti.

Riformulare il pensiero

Trasformare un pensiero catastrofico in una versione più realistica. Es: da “Andrà sicuramente male” a “Non posso prevedere il futuro, ma posso prepararmi al meglio.”

Tecniche di respirazione e mindfulness

Rallentare il respiro e riportare l’attenzione al presente riduce la spirale dei pensieri ansiogeni.

Distacco cognitivo (defusione)

Un esercizio utile è ripetersi: “Sto pensando che…” invece di dire “È così”. Questo crea distanza tra sé e il contenuto del pensiero.

Quando rivolgersi a uno psicoterapeuta

Se i pensieri ansiosi diventano troppo frequenti, invadenti e difficili da gestire, è fondamentale chiedere supporto professionale. Un percorso di psicoterapia può aiutare a:

Riconoscere i pensieri disfunzionali.

Imparare a gestire le emozioni collegate.

Sviluppare strategie di coping più efficaci.

Recuperare fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.

Chiedere aiuto non significa essere deboli, ma scegliere consapevolmente di prendersi cura di sé.

I pensieri che ci passano per la testa quando ci sentiamo ansiosi non definiscono chi siamo. Sono il frutto di schemi mentali che possono essere compresi, osservati e trasformati. Imparare a riconoscerli è il primo passo per ritrovare maggiore serenità e benessere. Se anche tu ti ritrovi spesso intrappolato in circoli di pensieri ansiosi, non sei solo: l’ansia è un’esperienza comune, ma non deve diventare una prigione.

👉 Se senti che i pensieri ansiosi stanno limitando la tua vita quotidiana, puoi fare il primo passo oggi stesso.

Prenota una consulenza psicologica online o in studio per iniziare un percorso di consapevolezza e cambiamento. Contattami ora per maggiori informazioni: insieme lavoreremo per comprendere i tuoi pensieri e costruire nuove modalità di affrontare l’ansia.