Cos’è un trauma relazionale?

Il disturbo da stress post-traumatico complesso (C-PTSD) è una condizione psicologica che si sviluppa in seguito a traumi prolungati e ripetuti, come abusi fisici, emotivi o sessuali, maltrattamenti durante l’infanzia o situazioni di prigionia. È un concetto che si è evoluto nel tempo a partire dalla diagnosi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), ma si distingue da quest’ultimo per la sua complessità e per la natura cronica dei traumi subiti. In questo articolo esploriamo le implicazioni psicopatologiche del trauma complesso e le sue ripercussioni sul funzionamento psichico dell’individuo.

Il disturbo da stress post-traumatico complesso è visto come il risultato di esperienze traumatiche che interferiscono con il senso di sé dell’individuo. Mentre il disturbo da stress post-traumatico è associato a eventi traumatici singoli, come un incidente o una catastrofe, il disturbo da stress post-traumatico complesso deriva da

1) traumi

2) relazionali

3) cronici

4)prolungati

che compromettono l’identità stessa della persona, la sua capacità di relazionarsi con gli altri e il suo senso di sicurezza nel mondo.

Il trauma complesso ha effetti profondi sulla struttura della personalità e sul funzionamento interpersonale. Le persone che sviluppano questo disturbo tendono a vivere in uno stato costante di allerta, di sfiducia e di iperattivazione emotiva. A differenza del disturbo da stress post-traumatico classico, che è caratterizzato principalmente da flashback, evitamento e ipervigilanza, il disturbo da stress post-traumatico complesso include una serie più ampia di sintomi, come la difficoltà nel regolare le emozioni, il senso di vuoto interiore, la vergogna e la difficoltà a instaurare e mantenere relazioni affettive.

Trauma e costruzione dell’identità

Il trauma prolungato, specie quando avviene in età precoce, interferisce con la capacità di costruire un senso stabile e coerente di sé.

Traumi come gli abusi fisici, sessuali, emotivi o la negligenza, specialmente se ripetuti nel tempo, e se perpetrate da figure di attaccamento, distruggono la fiducia fondamentale che l’individuo dovrebbe avere verso gli altri e verso il mondo. Questo tradimento del legame affettivo compromette la capacità di sviluppare una sicurezza interna e porta a una visione del mondo come ostile e imprevedibile. Le persone con disturbo da stress post-traumatico complesso tendono a vivere una costante sensazione di pericolo e insicurezza, che alimenta comportamenti di ipercontrollo e indipendenza o, al contrario, di sottomissione e dipendenza.

Disregolazione emotiva e interpersonale

I soggetti che hanno subito traumi complessi manifestano difficoltà a dare un nome e a modulare le proprie emozioni. Questo può manifestarsi in una gamma di sintomi, tra cui:

scoppi di rabbia improvvisi

apatia

sentimenti di vuoto 

ansia cronica.

La disregolazione emotiva ha un impatto devastante sulle relazioni interpersonali, poiché rende difficile stabilire legami affettivi sicuri e stabili.

La capacità di fidarsi degli altri è profondamente compromessa. Spesso, queste persone oscillano tra la paura dell’abbandono e la paura dell’intimità, portandole a sviluppare modalità relazionali disfunzionali. La paura di essere traditi o abbandonati dalle figure di attaccamento può portare a comportamenti di evitamento o, al contrario, a tentativi di controllo eccessivo delle relazioni. Inoltre, la difficoltà nel gestire le emozioni rende difficile per questi individui comunicare i propri bisogni affettivi in modo sano e funzionale.

La dissociazione come meccanismo di difesa

La dissociazione è un meccanismo di difesa che permette all’individuo di distanziarsi da esperienze traumatiche insopportabili. Tuttavia, nel contesto del trauma complesso, la dissociazione può diventare un modo abituale di affrontare le emozioni e le relazioni. Le persone che hanno subito traumi prolungati spesso si sentono scollegate dal proprio corpo, dalle proprie emozioni o dalla realtà circostante.

La dissociazione rappresenta una conseguenza del fallimento dei processi di integrazione dell’esperienza. In condizioni normali, un individuo riesce a elaborare le esperienze e a integrare le emozioni a esse collegate nel proprio flusso di coscienza. Tuttavia, nel trauma complesso, l’intensità e la ripetitività dell’abuso impediscono questa integrazione, portando a una frammentazione della coscienza. Questa frammentazione può manifestarsi in vari modi, come la perdita di memoria per parti dell’esperienza traumatica, un senso di depersonalizzazione o la sensazione che la propria vita non sia reale.

Vergogna e colpa nel disturbo da stress post-traumatico complesso

Uno dei sentimenti centrali che accompagna il disturbo da stress post-traumatico complesso è la vergogna. Il trauma relazionale, specialmente quando perpetrato da persone di fiducia, genera un profondo senso di inadeguatezza e vergogna in chi lo subisce. Le vittime di traumi complessi spesso interiorizzano la colpa per gli abusi subiti, arrivando a credere che ci sia qualcosa di fondamentalmente sbagliato in loro. Questo senso di vergogna può diventare così pervasivo da influenzare tutte le sfere della vita della persona, minando l’autostima e la capacità di costruire relazioni affettive sane.

La vergogna può essere particolarmente devastante perché, a differenza della colpa, che riguarda un’azione specifica, essa si riferisce all’essere: le persone con disturbo da stress post-traumatico complesso non si sentono semplicemente in colpa per qualcosa che hanno fatto, ma credono che ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella loro persona. Questa vergogna profonda può portare all’autoisolamento, alla depressione e all’autosabotaggio, rendendo molto difficile per l’individuo chiedere aiuto o cercare supporto.

La terapia del trauma complesso

Dal punto di vista terapeutico, è importante adottare un approccio integrato che consideri non solo i sintomi psicologici, ma anche le esperienze soggettive e il vissuto emotivo della persona. La terapia per il disturbo da stress post-traumatico complesso deve mirare alla ricostruzione del senso di sé e alla rielaborazione dei traumi relazionali, aiutando la persona a sviluppare nuove modalità di relazione con gli altri e con se stessa.

La prima fase del lavoro terapeutico dovrà riguardare la stabilizzazione emotiva, aiutando il paziente a sviluppare strategie per regolare le proprie emozioni e a ridurre i sintomi dissociativi. Successivamente, è possibile lavorare sui ricordi traumatici, aiutando il paziente a integrare le esperienze dolorose nel proprio flusso di coscienza, in modo da ridurre l’impatto che questi hanno sulla sua vita attuale.

Un altro elemento fondamentale della terapia è il lavoro sulle relazioni interpersonali. Poiché il trauma complesso è spesso il risultato di esperienze relazionali disfunzionali, è importante che il paziente impari a costruire relazioni più sane e sicure. Questo può avvenire attraverso la terapia individuale, ma anche mediante approcci terapeutici di gruppo, che permettono alla persona di sperimentare nuove modalità di relazione in un contesto protetto.