Svenimento: è colpa del panico?
Alcune persone raccontano di essere svenute durante un attacco di panico. Eppure, come evidenziato in questo articolo, durante un attacco di panico è impossibile svenire. Proviamo allora a fare chiarezza su questo punto.
Cos’è l’attacco di panico?
L’attacco di panico è un’esperienza intensa e spesso debilitante che può avere un impatto profondo sulla vita di chi ne soffre. Una delle paura più grandi durante un attacco di panico è lo svenimento, un fenomeno che, sebbene raro, può essere estremamente spaventoso. Per comprendere meglio perché alcune persone raccontano di essere svenute durante un attacco di panico, è necessario esplorare i meccanismi fisiologici e psicologici alla base di questa reazione.
Fisiologia dell’attacco di panico
Gli attacchi di panico sono caratterizzati da una rapida insorgenza di paura intensa e sintomi fisici acuti come palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, dolore toracico e vertigini. Questi sintomi sono il risultato della risposta “lotta o fuga” del corpo, un meccanismo di sopravvivenza che si attiva in presenza di una minaccia percepita.
Durante un attacco di panico, il sistema nervoso simpatico rilascia adrenalina, un ormone che prepara il corpo a reagire rapidamente al pericolo. L’adrenalina aumenta la frequenza cardiaca, dilata le vie aeree e provoca il rilascio di glucosio nel sangue per fornire energia ai muscoli. Questi cambiamenti fisiologici sono utili in una situazione di pericolo reale, ma durante un attacco di panico, quando non c’è una minaccia concreta, possono essere travolgenti e inappropriati.
Svenimento e risposta vasovagale
La sincope vasovagale è una delle cause più comuni di svenimento e si verifica quando il sistema nervoso parasimpatico, si attiva in modo eccessivo.
Ciò provoca un’eccessiva stimolazione del nervo vago, la parte del sistema nervoso che regola la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. I vasi sanguigni nelle gambe si rilassano e la frequenza cardiaca rallenta, rendendo difficile il ritorno del sangue al cuore.
Una rapida diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, causa una temporanea riduzione del flusso di sangue al cervello e, di conseguenza, la perdita di coscienza.
A volte, il fattore scatenante della sincope vasovagale è un’emozione forte, come una risposta a cattive notizie oppure la vista del sangue. Questo tipo di svenimento può verificarsi anche quando si ha un forte attacco di tosse o ci si sforza di andare di corpo, o anche se si resta in piedi per molto tempo.
Dopo un attacco di panico, l’intensa attivazione del sistema nervoso simpatico può essere seguita da una risposta compensatoria del sistema nervoso parasimpatico.
Se la frequenza cardiaca è molto rapida, la pressione sanguigna potrebbe abbassarsi e potrebbe verificarsi uno svenimento. Anche una frequenza cardiaca molto lenta può causare uno svenimento. Questa condizione è solitamente causata da anomalie elettriche nel cuore o da danni cardiaci dovuti a un infarto o ad altre malattie. Problemi alla tiroide e alcuni farmaci possono anche portare a una frequenza cardiaca anormalmente lenta o veloce.
Iperventilazione e svenimento
Un altro fattore che può contribuire allo svenimento è l’iperventilazione. Respirare in modo rapido e superficiale può portare a una diminuzione dei livelli di anidride carbonica nel sangue (ipocapnia). L’anidride carbonica è essenziale per mantenere l’equilibrio del pH nel sangue, e una sua diminuzione può causare una serie di sintomi, tra cui vertigini, formicolio alle estremità, e in casi estremi, svenimento.
L’iperventilazione può creare un circolo vizioso: la sensazione di vertigine e formicolio può aumentare l’ansia, portando a un’ulteriore iperventilazione e aumentando il rischio di svenimento. È importante notare che l’iperventilazione non è sempre evidente e può verificarsi anche senza che la persona ne sia pienamente consapevole. Se consideriamo che l’iperventilazione è spesso correlata al panico, ma che può occorrere anche in assenza di un attacco di panico, è facile capire perché alcune persone raccontino di essere svenute durante un attacco di panico mentre in realtà sono svenute durante un attacco di iperventilazione.
Fattori psicologici e svenimento
Oltre ai fattori fisiologici, ci sono anche importanti componenti psicologiche che possono contribuire allo svenimento durante un attacco di panico. La paura intensa e la percezione di perdita di controllo possono essere schiaccianti e portare a una sensazione di impotenza.
Anche la paura, quindi, può innescare questa risposta, specialmente se l’individuo ha una predisposizione alla sincope vasovagale. In alcuni casi, infatti, lo svenimento può essere una risposta estrema del corpo alla necessità di “fuggire” da una situazione percepita come insostenibile.
La predisposizione allo svenimento può anche essere influenzata dalla storia personale e dai traumi passati. Persone che hanno vissuto esperienze traumatiche o hanno una storia di disturbi d’ansia possono essere più vulnerabili agli attacchi di panico e alle reazioni fisiche estreme come lo svenimento. In questi casi, lo svenimento può essere visto come una manifestazione estrema della risposta di stress del corpo.
In conclusione, lo svenimento è un fenomeno complesso che coinvolge una combinazione di fattori fisiologici e psicologici. La risposta vasovagale, l’iperventilazione e la paura intensa sono tra i principali meccanismi che possono portare alla perdita di coscienza. Capire questi meccanismi è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di gestione e prevenzione, permettendo alle persone che soffrono di attacchi di panico di vivere una vita meno limitata dalla paura di poter svenire.
Affrontare e gestire gli attacchi di panico richiede un approccio integrato che combina psicoterapia, tecniche di rilassamento e, se necessario, interventi farmacologici. Con il giusto supporto e trattamento, le persone possono imparare a gestire i loro sintomi e ridurre il rischio di futuri attacchi di panico.