burnout

Sono in burnout?

Da diversi anni si parla di sindrome del burnout, una problematica che riguarda le professioni ad elevata intensità relazionale. Cos’è il burnout? Come sconfiggerlo’

Che cos’è il burnout?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il burnout è una forma di stress cronico che si origina nei contesti lavorativi.
Burnout è una parola che deriva dall’inglese e che significa “bruciato”. In italiano, due termini che rendono l’idea di cosa significhi essere in burnout sono “scoppiato” o “esaurito”. Il burnout, infatti, colpisce chi si sente esausto a causa del proprio lavoro e delle situazioni che deve gestire.

Chi è a maggiore rischio di burnout?

Il burnout è sempre stato associato alle professioni di aiuto (medici, psicologi, infermieri, insegnanti, forze dell’ordine, soccorritori, ecc.). Studiato inizialmente negli ambiti della sanità, dell’assistenza e della difesa, in seguito è stato riscontrato anche in professionisti che lavorano in condizioni di forte pressione. Attualmente si ritiene che possa colpire tutti i lavoratori che gestiscono attività che richiedono di entrare in relazione con l’altro. Non riguarda, cioè, solo i professionisti delle relazioni di aiuto, ma anche legali, ristoratori, negozianti, personale di front office, ecc.
La sindrome del burnout non compare nel più diffuso manuale per la diagnosi dei disturbi psichiatrici, il DSM 5 (APA, 2013). Dal 2019, però, è stata inserita nell’International Classification of Disease curato dall’OMS. Nel suo ambito viene definita come un fenomeno occupazionale, precisando che non si tratta di una malattia o una condizione di rilevanza medica. Nonostante ciò, essendo associata a situazioni di stress cronico, può avere tutta una serie di conseguenze sulla salute.

Quali sono i sintomi del burnout?

Il burnout si presenta come un insieme di sintomi ed è per questo che si parla di “sindrome”. Sul piano dell’esperienza del lavoratore, molto spesso, la sensazione è quella di essere esauriti sul piano psicofisico. Si sperimentano, infatti, scarsa energia o ci si sente esausti. Inoltre, nel tempo, accanto all’esaurimento fisico ed emotivo, la persona può sviluppare un atteggiamento di insofferenza nei confronti degli utenti, spesso trattati con cinismo.

Chi sta attraversando un momento di burnout, fatica a trovare un senso in quello che fa sul piano lavorativo. Non raramente, infine, può sperimentare la sensazione di essere inefficace e non riuscire a raggiungere i propri obiettivi.
Si tratta di vissuti che descrivono un quadro complesso di sofferenza e malessere.

Al pari delle altre forme di stress lavoro-correlato, può accompagnarsi ad ansia, umore depresso, disturbi del sonno, comportamenti disfunzionali, dolori muscolo-scheletrici ed altri problemi fisici (mal di pancia, mal di testa, ecc.).

Molti degli indicatori della sindrome del burnout appena descritti possono essere presenti in altri disturbi psicologici. Al fine di poter parlare di sindrome del burnout, quindi, devono essere escluse altre condizioni. Spesso le condizioni di burnout, infatti, potrebbero essere confuse con disturbi da stress e dell’adattamento, sindromi ansiose e/o depressive.

Quali sono le cause del burnout?

Il burnout è un fenomeno complesso che origina da diversi fattori, sia individuali che organizzativi.
Per fattori individuali, si fa riferimento all’età, al genere, allo stato civile.
Solo per fare un esempio, le persone molto giovani ed all’inizio della carriera sono in genere più vulnerabili allo stress lavorativo. Chi non ha ancora un’esperienza su cui fare affidamento, infatti, non ha ancora acquisito delle strategie funzionali di risposta allo stress. In più, gli studi sul burnout hanno evidenziato che i lavoratori più a rischio sono quelli che si identificano molto con la propria professione o che investono piú del dovuto sulla carriera. Accanto a questo fattore individuale, inoltre, sembra rilevante anche un eccessivo investimento di risorse ed energia nel lavoro.

Esistono lavori più stressanti di altri?

Rispetto agli aspetti organizzativi del lavoro, invece, è ormai noto che alcuni contesti lavorativi sono più stressanti di altri. Ciò non dipende solo dal tipo di lavoro, ma anche da come sono organizzati i processi di produzione o di erogazione dei servizi.
A titolo di esempio, è diverso lavorare in un contesto in cui ci si sente supportati da colleghi e superiori oppure dove ciò non avviene. Un ruolo importante è giocato da altri fattori: carico di lavoro, sicurezza, chiarezza degli obiettivi, equilibrio responsabilità-autonomia, percezione di poter controllare la propria attività.
In generale, comunque, una situazione di stress si verifica quando si percepisce uno squilibrio tra le richieste lavorative e le proprie capacità di risposta.

Quali soluzioni per superare il burnout?

Essendo una forma estrema di stress lavorativo, il burnout può avere un impatto importante sulla qualità della vita della persona. Il burnout, del resto, può tradursi in minori efficacia ed efficienza, con un calo del rendimento e della qualità del proprio lavoro. Anche la relazione con l’utente ne risente, poiché nelle forme estreme si può agire con distacco, freddezza e cinismo.

Come combattere il burnout?

Per tutte queste ragioni, quindi, è opportuno contrastare il burnout. Se alcuni interventi dovrebbero focalizzarsi sugli aspetti organizzativi del lavoro, ugualmente importanti sono gli interventi di psicoterapia.
Lo psicologo psicoterapeuta, infatti, può aiutare la persona a riconoscere e individuare i primi sintomi da sindrome di burnout, differenziando questa problematica da altri disturbi psicologici. Una volta effettuata una corretta diagnosi, poi, l’intervento psicologico sarà importante al fine di individuare migliori strategie di adattamento al contesto lavorativo.
Gli interventi psicologici e psicoterapici, inoltre, possono essere importanti al fine di potenziare le risorse di fronteggiamento dello stress. Nei casi in cui il burnout si accompagni a vissuti ansioso-depressivi o disturbi psicosomatici, infine, la psicoterapia faciliterà il superamento dei sintomi.
Al pari di tutte le condizioni di disagio psicologico, anche la sindrome da burnout va incontro a una risoluzione più semplice se non si cronicizza.
Il consiglio è quindi quello di rivolgersi a un professionista della salute mentale alla comparsa dei primi indicatori di disagio.
La sindrome da burnout, infatti, non compare quasi mai all’improvviso ma si sviluppa lentamente. Purtroppo, però, è frequente la sottovalutazione dei primi sintomi. Sono campanelli d’allarme la scarsa voglia di andare a lavoro, frequenti cefalee ed altri problemi fisici, l’impossibilità di recuperare energie nonostante un periodo di riposo.

Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
World Health Organization (2019). International Classification of Diseases 11. Consultato su ICD-11 – Mortality and Morbidity Statistics (who.int)