dismorfofobia

Mi vergogno del mio corpo

“Mi vergogno del mio corpo”. “Il mio corpo non mi piace”. Molti si (pre)occupano di curare il proprio fisico per ridurre imperfezioni e migliorarsi. tuttavia talvolta essere preoccupati per i propri difetti o per un aspetto ritenuto non attraente può essere un vero e proprio disturbo psicologico. Una vera ossessione alla ricerca di un corpo perfetto.

Il disturbo di dismorfismo corporeo: mi vergogno del mio corpo

Il dismorfismo corporeo o dismorfofobia consiste in una preoccupazione persistente ed eccessiva circa il proprio aspetto fisico e possibili difetti ed imperfezioni. “Mi vergogno del mio corpo” è forse la frase che meglio riassume la fenomenologia del dismorfismo corporeo.
Si tratta di una problematica che riguarda circa il 2% della popolazione. Ma la percentuale sale al 3-6% in persone che ricorrono alla chirurgia estetica. Chi soffre di dismorfofobia, infatti, tende a ricorrere ad interventi chirurgici per ottenere un aspetto corrispondente alle proprie aspettative e che aspira alla perfezione.

La dismorfofobia è un disturbo mentale diffuso nella società dell’immagine. Nelle sue forme più gravi, chi è alla ricerca del corpo perfetto può sottoporsi a numerose operazioni, incurante perfino dei rischi sanitari.

A che età si inizia a soffrire di dismorfofobia?

L’età media in cui insorge il disturbo di dismorfismo corporeo è di 16-17 anni. Ma alcuni precursori del diturbo possano rilevarsi anche a 12-13 anni. Si tratta di un’età della vita in cui si è particolarmente sensibili al giudizio altrui e la persona deve abituarsi a un corpo che cambia. Soprattutto quando insorge più precocemente, il disturbo tende a diventare una condizione cronica, si associa a rischio suicidario e ad altri disturbi mentali.

Quali altri disturbi mentali si associano al dismorfismo?

Tra i disturbi più frequentemente associati al dismorfismo corporeo troviamo i disturbi depressivi, l’ansia sociale, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi correlati a sostanze. Gli elevati livelli di sofferenza connessi al disturbo di dismorfismo corporeo sono associati a una scarsa qualità della vita e a diverse problematiche psicosociali. Per esempio, il 20% circa dei giovani che soffrono di questa condizione possono presentare abbandono scolastico o preoccupanti fenomeni di evitamento delle relazioni sociali. Alla base di questi comportamenti, la volontà di sottrarsi agli sguardi che possano notare imperfezioni. Anche quando, in realtà tali imperfezioni sono soltanto presunte e impercettibili.
Per tutte queste ragioni, non sorprende che il disturbo di dismorfismo corporeo possa comportare anche il ricorso al ricovero presso strutture psichiatriche.

Quali sono i fattori di rischio?

Rispetto ai fattori di rischio, numerose ricerche hanno dimostrato che la prevalenza della dismorfofobia è elevata nei parenti delle persone con diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo. Nella storia della persona, infine, si trovano spesso episodi di trascuratezza e abuso nel corso dell’infanzia.

Quando è possibile diagnosticare il disturbo di dismorfismo corporeo?

Nella quinta edizione del manuale diagnostico-statistico dell’American Psychiatric Association (APA, 2013) il dismorfismo corporeo è stato incluso nella categoria dei disturbi correlati al disturbo ossessivo-compulsivo. Nella stessa categoria, disturbi quali la tricotillomania o il disturbo da accumulo, condizioni diverse accomunate da ossessioni e comportamenti compulsivi.
Anche nella dismorfofobia, in effetti, le persone possono essere disturbate da vere e proprie ossessioni che hanno come oggetto l’aspetto esteriore.

Quali sono i sintomi?

Secondo il DSM 5, la dismorfofobia si caratterizza per la preoccupazione riguardante imperfezioni del corpo ritenute gravi dalla persona ma quasi impercettibili da chi la circonda. Le preoccupazioni variano dal ritenere di non essere bello o attraente al credere di avere un aspetto deforme. Inoltre, possono essere focalizzate su una o più aree corporee, riguardando frequentemente la pelle, i capelli o il naso. Per esempio, possono essere percepiti come abnormi piccoli segni di acne o è possibile pensare di avere capelli troppo diradati o un naso eccessivamente grande, piccolo o storto. In linea di massima, comunque, ogni parte del corpo può essere ritenuta difettosa e alcuni individui sono preoccupati dall’asimmetria corporea o dall’aspetto dei genitali.

La dismorfia muscolare

In alcuni casi particolari, le persone sono preoccupate della propria muscolatura. Possono temere di avere una costituzione poco sviluppata. Questa condizione prende il nome di dismorfia muscolare o vigoressia. Essa è più frequente nei maschi che, per compensare le preoccupazioni, possono dedicarsi ad intensa attività fisica per apparire più muscolosi e meno mingherlini.

È possibile controllare queste preoccupazioni?

A prescindere dalla focalizzazione su una o più parti del proprio fisico, le preoccupazioni sono intrusive e occupano i pensieri per molto tempo. Difficilmente la persona le riesce a controllare e ad evitare. Per questo motivo causano ulteriore sofferenza, alimentando un circolo vizioso di malessere.
Durante il decorso del disturbo, la persona che ne soffre può cominciare a mettere in atto comportamenti ripetitivi peculiari. Per esempio, può guardarsi ripetutamente allo specchio, ricercare rassicurazioni negli altri, usare trucchi, toccare ripetutamente le parti del corpo oggetto di preoccupazione, ecc. Allo stesso modo, può compiere azioni mentali come paragonare il proprio aspetto con quello di altre persone per provare a trovare un sollievo per le proprie preoccupazioni. Anche in questo caso, però, comportamenti e azioni finalizzate a ridimensionare le proprie inquietudini non risolvono il problema ma possono alimentare ulteriore sofferenza.

Quali sono le conseguenze del disturbo?

Nel complesso, le preoccupazioni, i comportamenti ripetitivi e le azioni mentali determinano un disagio clinicamente significativo o causano una compromissione in ambito lavorativo, scolastico o sociale. Come già accennato, le convinzioni circa il proprio aspetto non attraente o deforme possono spingere la persona a ritirarsi dalle relazioni. Ciò è più probabile soprattutto nelle situazioni in cui la persona presenta convinzioni immodificabili circa i propri difetti ed è quindi poco propensa a rivederle. Spesso riscontrabile in persone con disturbi alimentari, il DSM 5 precisa che in questi casi la preoccupazione non deve riguardare esclusivamente peso o grasso corporeo.

Cosa fare se si soffre di disturbo di dismorfismo corporeo?

La dismorfofobia è un disturbo serio. E può essere molto invalidante per l’impatto psicologico. Compromette il funzionamento scolastico, lavorativo e sociale. E aumenta il rischio suicidario. Molto spesso accomuna persone con livelli di sofferenza differenziati che hanno vissuto infanzie infelici in cui non hanno ricevuto cure adeguate o sono state abusate.
Per tutte queste ragioni, può essere importante rivolgersi a uno psicoterapeuta che sappia aiutare la persona a controllare percezioni, comportamenti ed idee disturbanti.
Numerose ricerche in campo internazionale dimostrano infatti che la presa in carico psicologica può essere risolutiva delle problematiche di chi soffre di questo disturbo.
Inoltre, un trattamento psicoterapico precoce garantisce la risoluzione del disturbo evitando conseguenze psicofisiche importanti, ricoveri o un ricorso patologico ricorso inutile alla chirurgia estetica.

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Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
Nicewicz, H. R., & Boutrouille, J. F. (2020). Body Dysmorphic Disorder (BDD, Dysmorphobia, Dysmorphic Syndrome). StatPearls [Internet].