Le 5 ossessioni più comuni
Quali sono le 5 ossessioni più comuni? Essere ossessionati, nel gergo comune, significa avere un pensiero ricorrente. Il termine è usato molto spesso per indicare una persona innamorata, che passa gran parte del proprio tempo a rivolgere attenzioni e fantasticherie al soggetto dei propri sentimenti. Oppure anche per indicare chi ha una fortissima passione, spesso in campo sportivo, artistico, professionale, e investe tempo, soldi ed energie per diventare esperto in un determinato settore.
Se l’ossessione è circoscritta nel tempo si tratta di una semplice passione che non arriva mai a interferire con le normali attività quotidiane.
Le ossessioni psicopatologiche invece hanno un’influenza molto più gravosa nella vita delle persone. Per prima cosa, va sottolineato che un soggetto che soffre di tale patologia non ha potere sui pensieri che gli si presentano alla mente in tale campo.
Per definizione, le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano alla mente contro la propria volontà, ripetutamente e generando profondo disagio soggettivo.
Chiedere quindi a una persona semplicemente di rivolgere il pensiero altrove non ha alcun senso, come non può funzionare per chi soffre di fobie. Quando si è preda di tali patologie, la forza di volontà sulla mente è quasi nulla. In effetti molto spesso chi ne è vittima è consapevole della infondatezza o dell’esagerazione delle proprie manie, ma non riesce comunque porvi rimedio. Le reazioni sfuggono al controllo e provocano forti reazioni negative, come stress, ansia, paura, disgusto o senso di colpa.
E’ solo con l’intervento di uno specialista e di una psicoterapia che si ristabilisce un controllo sulle proprie emozioni.
Potenzialmente le ossessioni possono originare da diverse situazioni.
Essendo un pensiero di tipo irrazionale, una persona può essere infastidita da un qualunque oggetto o situazione o circostanza che venga vissuta come fastidiosa o pericolosa e non sopportabile. Alcune sono bizzarre e uniche, ma è ci sono campi generali in cui possono rientrare la maggior parte i casi.
Ecco le 5 ossessioni più comuni
1 – Controllo
Avere la certezza di aver controllato che tutto sia in ordine, per evitare spiacevoli conseguenze. Potrebbe essere una norma condivisibile, se non che per l’ossessivo si traduce in un impegno costante e sproporzionato. Cercando di acquisire la sicurezza di aver fatto tutto ciò che è in proprio potere la persona ossessiva crede così di poter prevenire qualunque ipotizzabile catastrofe.
I controlli si protraggono per tempi dilatati, ripetuti in numeri eccessivi e senza che vi sia alcuna necessità. L’obiettivo è quello di riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti. Oppure tranquillizzarsi riguardo al dubbio di aver fatto qualcosa di male e non ricordarlo.
Comportamenti tipici sono quelli di verificare diverse volte di aver chiuso porte e finestre di casa, le portiere della macchina, il rubinetto del gas e dell’acqua, la saracinesca del garage o i fornelli. Oppure accertarsi ripetutamente di non aver perso le chiavi di casa o il portafoglio, anche se nessuno ha aperto la borsa o le tasche in cui sono contenuti.
2 – Pensieri ossessivi
In questo caso, le persone non mettono quasi mai in atto rituali comportamentali né compulsioni. Immaginano però continuamente e ripetutamente di trovarsi a compiere gesti inaccettabili, talvolta anche violenti, come aggredire qualcuno o tradire il partner.
Serve un continuo monitoraggio delle proprie sensazioni per limitare l’accavallarsi di tali pensieri, e anche per assicurarsi di non aver mai compiuto tali azioni. In realtà queste pulsioni restano a livello mentale, non si registrano casi in cui si passi alla condotta nella vita reale.
Tuttavia anche solo il pensiero di poter compiere certi atti è sufficiente a scatenare vissuti di vergogna, colpa e risentimento, come se si fosse agito realmente. Si cerca anche di fuggire le situazioni che sembrano scatenare quei pensieri ricorrenti.
3 – Superstizione
Portare con sé un portafortuna è cosa abbastanza comune. Così come mettere in atto rituali o abitudini comportamentali per calmarsi prima di una prova importante, come un esame o un viaggio.
Ma nel caso dell’ossessione, queste caratteristiche diventano situazioni sine qua non. Senza l’oggetto o il rito scaramantico, l’ossessivo non può affrontare l’evento temuto. Il pensiero superstizioso viene così portato all’eccesso. Ci si ritrova dominati regole auto imposte, e assolutamente soggettive, per cui è necessario fare o non fare certi gesti, dire o non dire certe parole, evitare certi colori o allontanarsi da certi numeri. Tutte cose che vengono vissute come messaggeri di sventura.
Per chi soffre di ossessioni, violare le regole può determinare l’esito degli eventi, ovviamente in modo negativo. La convinzione irrazionale può essere talmente forte, da arrivare a voler coinvolgere altre persone nel seguire la propria procedura. È per esempio il caso di chi ha bisogno di svolgere certi rituali prima di poter salire su un aereo, e chieda la partecipazione dei suoi compagni di viaggio.
4 – Ordine e simmetria
Essere ordinati è sicuramente una buona abitudine. Naturalmente non tutti coloro che hanno una predisposizione all’ordine, per quanto marcata, soffrono di ossessione.
Un campanello di allarme potrebbe essere l’incapacità di affrontare qualsiasi lavoro finché l’ambiente non abbia l’aspetto ordinato che si desidera. Oppure quando mettere in ordine diventa una tale priorità da far attendere cose evidentemente più urgenti. Per esempio non rispettare una scadenza o fare tardi in ufficio pur di sistemare casa. Se l’idea di un ambiente disordinato infastidisce anche quando si è lontani da casa, ecco che si può ipotizzare di avere a che fare con un comportamento ossessivo.
Anche la ricerca insistente della simmetria è un indizio di patologia. Disporre i libri in base all’altezza, organizzare i vestiti nell’armadio per colore, possono essere passatempi innocui se fatti saltuariamente e in maniera piacevole. Ma se la spinta a riordinare qualsiasi oggetto secondo uno schema mentale prestabilito – e quasi sempre invisibile al resto del mondo – è incontrollabile e cancella qualsiasi altra sensazione finché non è stata soddisfatta, si esce della normalità per avvicinarsi alla patologia.
Un ossessivo può investire molto tempo a riordinare suppellettili e oggetti fino a sentirsi completamene tranquillo e soddisfatto. Nei casi più gravi, è portato a farlo anche fuori dal proprio ambiente casalingo, tentando di riportare ordine a casa di amici o sulla scrivania de collega; comportamenti che ovviamente hanno ripercussioni pesanti nella sfera relazionale.
5 – Accumulo
E’ un dato di fatto che la maggior parte delle nostre abitazioni siano occupate da oggetti poco utilizzati e accumulati nel tempo per regali o abitudine.
Da tempo si parla di decluttering, ovvero l’arte di liberasi dalle zavorre materiali che spesso inondano le case. Un’attività che nella maggior parte dei casi viene accantonata per motivi di tempo. Per un soggetto ossessivo afflitto da accumulo invece è un consiglio impossibile da seguire.
Chi soffre di accumulo compulsivo (hoarding in inglese) continua ad ammassare oggetti che appaiono insignificanti e inutili. Tra questi, giornali vecchi di anni o bottiglie vuote, che agli occhi della persona possono tornare sempre utili, tanto da arrivare anche a raccoglierli per strada.
Nei casi più gravi, la difficoltà a gettare via gli oggetti riguarda qualsiasi tipo di rifiuto. Si immagazzinano asciugamani di carta usati o confezioni di alimenti, stracci e vestiti laceri. Liberarsene dà sensazioni di angoscia, dovuti al timore di non aver sfruttato appieno l’oggetto, oppure di poterne avere bisogno in seguito e pentirsi di non averlo più.
In realtà, quando il disturbo è grave, la quantità di roba accumulata è talmente grande da occupare gli spazi quotidiani e senza alcun ordine. Anche qualora si volesse recuperare un articolo su una rivista di 10 anni prima, non si saprebbe neppure dove andare a cercarla.