L´ansia causa insonnia?
L´ansia causa insonnia? O l´insonnia può causare ansia? Quali sono nello specifico le relazioni tra ansia e insonnia?
Che cosa si intende per insonnia?
Tra i più frequenti disturbi del sonno, l’insonnia è un problema comune che si caratterizza per l’insoddisfacente qualità o quantità del sonno. Alcune persone sperimentano difficoltà di addormentamento. Altre, invece, faticano a mantenere il sonno. Altre ancora, infine, riferiscono una cattiva qualità generale del loro riposo. Nel caso in cui la persona sperimenti difficoltà di addormentamento si parla di insonnia precoce o iniziale. In caso di frequenti e prolungati risvegli, si parla di insonnia di mantenimento. Infine, seci si risveglia presto al mattino (almeno 2 ore prima della sveglia) si soffre di insonnia tardiva. Nel caso in cui si sperimentino diverse tra queste difficoltà è possibile diagnosticare un´insonnia mista o generalizzata che, spesso, si associa alla percezione di dormire male e di avere una qualità del sonno insoddisfacente.
Un´insoddisfacente qualità del sonno può avere delle ripercussioni importanti sulla nostra qualità di vita. Dormire poco, risvegliarsi frequentemente o troppo presto al mattino sono tutti fenomeni che possono associarsi a sintomi diurni quali sonnolenza, irritabilità, affaticamento, umore deflesso, difficoltà di concentrazione.
Una domanda che spesso mi viene fatta è la seguente: l´ansia causa insonnia? Prima di rispondere alla domanda “l´ansia causa insonnia?”, definiamo cosa si intende per insonnia.
La diagnosi di insonnia può essere effettuata se si verificano alcune condizioni minime.
Sono necessari almeno trenta minuti per addormentarsi o un periodo di simile durata deve registrarsi negli episodi di risveglio notturno. La condizione di insonnia deve verificarsi almeno tre notti a settimana. L’insonnia deve potersi registrare per un periodo di almeno sei mesi.
Diversi studi scientifici hanno messo in evidenza che l’insonnia può essere un fattore di rischio per l’insorgenza di malattie mentali. Ma anche un disturbo che consegue ad una patologia psichiatrica, peggiorandone i sintomi e compromettendo ulteriormente la qualità di vita della persona. In oltre il 50% delle persone che soffrono di insonnia è possibile riscontrare almeno un altro disturbo psicologico. Nello specifico, considerando uno dei disturbi emotivi comuni più diffuso, l’ansia, è ormai noto il suo legame con l’insonnia.
L´ansia causa insonnia o l´insonnia causa ansia?
Il legame tra insonnia ed ansia è clinicamente noto. La quinta edizione del manuale diagnostico-statistico dell’American Psychiatric Association (2013) cita le alterazioni del sonno quali la difficoltà ad addormentarsi, la difficoltà di mantenere il sonno o il sonno inquieto tra i sintomi per la diagnosi del disturbo d’ansia generalizzata (DAG). Molte tra le persone che soffrono di questo disturbo, infatti, possono impiegare molto tempo a prendere sonno. Oppure, svegliarsi ripetutamente nel cuore della notte in preda a vissuti di carattere ansioso. Si tratta di una associazione ansia-insonnia che riduce la qualità di vita della persona che soffre di DAG. Il paziente, tra l’altro, può anche sperimentare vissuti ansiosi incentrati sulla preoccupazione che non sarà possibile riposare bene e che, per questo, l’indomani sarà poco pronto ad affrontare le sfide quotidiane. Simili preoccupazioni comportano la possibilità di innescare un circolo vizioso per cui l’insonnia può contribuire alla cronicizzazione del disturbo d’ansia.
Insonnia e disturbo di panico
Il disturbo d’ansia generalizzata, comunque, non è l’unica condizione ansiosa in cui l’insonnia può giocare un ruolo importante. L’ansia può interferire con la qualità del sonno anche nel disturbo di panico. In questi casi, infatti, la persona può svegliarsi in preda a forti attacchi nel cuore della notte. Questa condizione può legarsi sia a difficoltà nel riaddormentarsi, sia ad una crescente ansia anticipatoria. Persone che soffrono di panico possono così cominciare a manifestare difficoltà crescenti di addormentamento in un crescendo di ansia che si autoalimenta e cresce.
Insonnia e fobie
Per concludere, a soffrire di insonnia sono anche molte persone con diagnosi di fobia sociale. In questo caso l’addormentamento può essere ostacolato dai pensieri ansiogeni circa le relazioni con gli altri, preoccupazioni che possono disturbare anche la qualità del sonno.
Cosa fare per combattere l’insonnia e l’ansia?
Quanto è stato detto rende chiaro che in numerose condizioni ansiose l’insonnia è così rilevante da essere inserita tra i sintomi caratteristici di un disturbo d’ansia. In altre situazioni, invece è il disturbo psichiatrico a causare insonnia. In entrambe le situazioni, però, diventa cruciale intervenire sul disturbo del sonno al fine di evitare l’innesco di circoli viziosi e patologicicapaci di alimentare il malessere della persona e di acuirne la sofferenza.
L’insonnia quindi può essere sia sintomo di un quadro psicopatologico o sua conseguenza. In entrambi i casi rivolgersi a uno psicoterapeuta è il primo passo per una corretta diagnosi e per pianificare un piano di trattamento. Come già rilevato da alcune rassegne pubblicate negli anni Novanta (Morin, Culbert e Scwartz, 1994), uno degli approcci psicoterapici più efficaci per il trattamento dell’insonnia e dei disturbi di ansia che sono ad essa variamente associati è rappresentato dalla psicoterapia.
La psicoterapia come trattamento dell´insonnia
La psicoterapia è un´ottima strategia di intervento per combattere l´insonnia. Questa opzione terapeutica propone alcune tecniche di intervento particolarmente efficaci. In primo luogo, la psicoterapia si occupa dell’educazione e dell’igiene del sonno. Questo aiuta la persona a essere consapevoli delle cause del disturbo e dei fattori che possono contribuire a mantenerlo. L’intervento psicoeducativo, in aggiunta, prevede di fornire delle informazioni sulla fisiologia del sonno e sulle regole che possono facilitare l’addormentamento e il mantenimento di una buona qualità del riposo. Inoltre, la psicoterapia prevede in genere interventi di restrizione e di controllo del sonno. Nel primo caso, il tempo in cui il paziente si trova a letto viene fatto coincidere con quello impegnato effettivamente a dormire. Nel secondo caso, la finalità è quella di estinguere l’associazione tra attività incompatibili con il dormire e i luoghi del riposo. Per esempio la camera da letto dovrà essere l´unico spazio da dedicaresonno, non quello in cui si programma la giornata successiva o si compiono attività come consultare lo smartphone o guardare la tv.
Lo psicoterapeuta può anche insegnare esercizi di respirazione e di rilassamento che favoriscono il sonno.
Per concludere, al pari di quanto previsto per la cura di disturbi differenti, non bisogna dimenticare che in caso di insonnia e ansia i trattamenti psicoterapici online effettuati da remoto sono ugualmente efficaci rispetto a quelli erogati in presenza.
Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
Espie, C. A. (2018). Superare l’insonnia. Come dormire meglio con la terapia cognitivo comportamentale. Trento: Edizioni Erickson