ipocondria

Ipocondria: il male reale del malato immaginario

Ipocondria: il male reale del malato immaginario. Preoccuparsi in maniera costante ed eccessiva della propria salute. Interpretare ogni sintomo fisico come segnale di una patologia grave. E’ la condizione di vita in cui si viene a trovare un ipocondriaco, ovvero chi teme senza motivi reali di avere una o più malattie gravi.

Si tratta dell´ipocondria, detta anche disturbo d’ansia da malattia. Anticamente però veniva interpretato come un malanno fisico. Il termine deriva dal greco e letteralmente significa “male degli ipocondri”, l’area al di sotto della cartilagine del diaframma costale.

Si riteneva infatti che fosse un malessere reale, localizzato nella fascia addominale. Qui gli antichi greci ipotizzavano esistesse la “culla delle emozioni”, paura compresa. Per arrivare alla definizione moderna di questo disturbo bisogna aspettare il diciassettesimo secolo, quando la figura dell’ipocondriaco diventa nota a livello popolare grazie all’opera teatrale di Moliére “Il malato immaginario”. Lo scrittore francese rappresentò in modo preciso la vita di chi si circonda di medici e farmaci.

La gente cominciò a pensare che il testo fosse autobiografico e vennero messi in dubbi i malanni di cui Moliére soffriva. Ma l’autore smentì le voci, e la prova più evidente fu che venne a mancare pochi giorni dopo la prima rappresentazione. Il testo teatrale è così famoso che comunemente chi soffre di questo disturbo viene definito proprio “malato immaginario”.

Preoccupazione eccessiva di contrarre malattie ed erronea interpretazione di sintomi fisici: sono le due facce dell´ipocondria
Preoccupazione eccessiva di contrarre malattie ed erronea interpretazione di sintomi fisici: sono le due facce dell´ipocondria

Ipocondria: il male reale del malato immaginario. Se soffri di ipocondria puoi contattarci per iniziare un percorso di psicoterapia. Prenditi davvero cura di te.

L’ipocondria si manifesta principalmente in due modalità:

preoccupazione eccessiva di contrarre malattie, senza che alcuna condizione o statistica indichi che tale ansia abbia dati reali su cui basarsi;

erronea interpretazione di molti sintomi fisici quotidianamente esperiti da ciascuno ma che vengono visti come segnali di grave patologia, in assenza di giustificazione medica a tali timori.

Scientificamente, quindi, l’ipocondria o disturbo d’ansia per la salute è una condizione caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e infondata riguardo la propria salute.

Quante persone soffrono di ipocondria in Italia?

4 milioni di Italiani soffrono di ipocondria
4 milioni di Italiani soffrono di ipocondria

Statisticamente in Italia ne soffrono 4 milioni di persone, quindi poco meno del 7%. Non si riscontrano differenze tra maschi e femmine nella presenza del disturbo. Può svilupparsi a qualsiasi età, anche nell’infanzia, ma nella maggior parte delle persone si manifesta nel corso dell’adolescenza.

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La cyberchondria

Dr. Google? No grazie.
Dr. Google? No grazie.

L’era tecnologica ha offerto uno strumento dannoso a chi soffre di questo disturbo: la possibilità pressoché infinita di raccogliere informazioni via internet. E’ nato addirittura un neologismo, la ‘cyberchondria’. La rete è diventata un nemico degli ipocondriaci. Le ricerche personali portano a interpretazioni fantasiose dei sintomi auto diagnosticati. Inoltre è sempre molto alto il rischio di ottenere dati non scientificamente validi o informazioni poco dettagliate, soprattutto quando arrivano da forum o social network.

Non solo: la diagnosi fai da te crea una frattura nel rapporto di fiducia tra medico e paziente. Può accadere che l’ammasso di dati con cui il paziente si presenti dal medico, o la convinzione di sapere già quale sia la causa del proprio disturbo, ostacoli la diagnosi medica stessa a causa della confusione con cui vengono esposti i sintomi.

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I sintomi dell´ipocondria: il male reale del malato immaginario

Non è corretto dire che l’ipocondriaco non abbia alcun disturbo reale. La malattia non è fisica, ma sicuramente si tratta di un soggetto malato, che soffre di una forma d’ansia patologica. Più precisamente di un disturbo da sintomi somatici.
Per poter diagnosticare tale disturbo, atto che ovviamente può compiere solo uno specialista, vanno analizzati i sintomi della persona. Diversamente dalle fobie, l’ipocondria non coinvolge cambiamenti fisiologici importanti. Per esempio solitamente non si registrano né un aumento del battito cardiaco né un’alterazione della frequenza respiratoria.

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I sintomi sono quindi quasi esclusivamente di natura psichica, e comprendono

Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.

Il timore di contrarre una malattia diventa un pensiero costante nella vita quotidiana. Questo anche se è ingiustificato dallo stato presente delle condizioni sia della persona sia dell’ambiente in cui si trova a vivere.

Timore eccessivo o sproporzionato in presenza di un’altra condizione medica.

La persona esperisce angoscia molto più di quanto sia logico rispetto alla gravità della patologia. La stessa cosa accade anche se vi è il rischio di sviluppare una malattia: la paura resta esagerata rispetto al rischio reale.

 La preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia affligge chi soffre di ipocondria.
La preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia affligge chi soffre di ipocondria.

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Un elevato livello di ansia per la salute e un alto livello di allarme su questi temi.

L’angoscia riguarda le condizioni ambientali in cui si vive o il resto della popolazione. Il tutto senza che alcun dato sia realmente allarmante.

Eccessivi comportamenti correlati alla salute.

Tra questi il controllo continuo del proprio corpo alla ricerca di segni possibili di malattia e il ricorso eccessivo al medico per controlli o visite di accertamento anche in assenza di sintomi.

Evitamento di luoghi considerati a rischio per la propria salute.

In generale si sfuggono tutti i luoghi considerati pericolosi per l’igiene o per la paura di contrarre malattia. A seconda del soggetto e della gravità della patologia, i luoghi possono essere i più diversi, solitamente quelli pubblici e affollati, come i mezzi di trasporto o i centri commerciali. E gli ospedali e le cliniche, naturalmente.

Perché tali sintomi possano far pensare a un quadro ascrivibile al disturbo d’ansia per la salute. Si ritiene che debbano presentarsi in maniera più o meno continua per un periodo di circa 6 mesi. In questo lasso di tempo, potrebbe anche cambiare l’oggetto particolare dell’ansia in sé, ovvero la persona potrebbe preoccuparsi di avere malattie diverse o temere luoghi diversi in cui ammalarsi. Resta comunuq e una costante: l’apprensione per il proprio stato di salute.

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Le cause dell´ipocondria: il male reale del malato immaginario

Quali sono le cause dell´ipocondria?
Quali sono le cause dell´ipocondria?

Non c’è mai una causa univoca, né è facile indicare una serie di causa in cui far rientrare tutti la casistica dei soggetti affetti da ipocondria. E’ però stato rilevato che vi sono eventi ed episodi della vita che incrementano il rischio di una persona di sviluppare tale fobia. Ovviamente, le persone che già soffrono di disturbi d’ansia sono sempre fra i soggetti più a rischio di poterne sviluppare altri.

In particolare sono:

Avere avuto un problema di salute grave durante l’infanzia.

Essere costretti a fronteggiare una patologia seria, dovendo prendere dimestichezza con l’ambiente medico e ospedaliero nei primi anni di vita, lascia strascichi nel profilo psicologico di una persona. Le conseguenze sono riscontrabili anche in età adulta.

Il soggetto può arrivare a sentirsi vulnerabile a patologie o malattie, o a continuare a vivere in condizione stressante anche quando la patologia è fisicamente superata. Grande influenza hanno anche le condizioni familiari che lo circondano: genitori incapaci di allentare l’angoscia nei figli impediscono loro di scaricare lo stress.

Avere avuto parenti affetti da patologie gravi o parenti affetti da ipocondria.

Crescere in un ambiente dominato da argomenti riguardanti malattie, farmaci e medici può generare un’ansia verso la propria salute, che col tempo può divenire cronica. Un ragazzo che si trovi ad assistere a un genitore malato diventa un soggetto a rischio di sviluppare ipocondria. Questo può accedere anche qualora il genitore sia ipocondriaco a sua volta. Il bambino potrebbe non cogliere la differenza fra disturbo fisico e disturbo patologico, non riuscendo così a dividere le due condizioni e riportandole poi su se stesso.

Un lutto o una malattia in famiglia possono precedere la comparsa di sintomi di ipocondria
Un lutto o una malattia in famiglia possono precedere la comparsa di sintomi di ipocondria

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La morte di una persona cara è sempre un evento traumatico, soprattutto per i soggetti fragili o con precedenti di disturbi d’ansia.

Chi ha subito un lutto particolarmente pesante, magari perché vissuto in giovane età o dopo aver assistito a una lunga malattia, rischia di sviluppare un’ansia irrazionale verso il proprio stato di salute.

Avere un’errata idea rispetto all’interpretazione dei sintomi.

L’ipocondriaco spesso crede che godere di buona salute significhi essere privi di sensazioni strane o insolite a livello fisico. L’unico modo di intendere la propria buona salute è quella di sentirsi ‘perfettamente bene’. Uno stato difficile da raggiungere e ancor più da mantenere, perché basta una posizione scorretta per procurare un fastidio muscolare. Può bastare questo lieve dolore per far scattare l’ansia. Ragionando in questo modo, il soggetto ipocondriaco si trova nell’impossibilità di sentirsi sereno rispetto alle proprie condizioni fisiche.

Aver subito abusi o essere stati trascurati dai genitori.

Dover occuparsi di se stessi troppo presto, o addirittura essere obbligato a difendersi, mette in una condizione ansiogena e stressante fin dalla tenera età. Diventa quindi più probabile temere per la propria sicurezza. Una volta adulti, quest’ansia può passare dal timore per la propria sopravvivenza alla preoccupazione generale per il proprio stato di salute.

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