ghosting

Ghosting: come reagire

Sparire dall’orizzonte dell’altro. Capita sempre più spesso che relazioni sentimentali, ma anche di altro tipo, vengano interrotte attraverso la vera e propria scomparsa dell’altro. È in questi casi che si parla di ghosting.

Che cosa è il ghosting?


Ghosting è una parola inglese che significa “diventare un fantasma”. Questo termine è stato inserito nel dizionario Collins solo nel 2015 e indica una modalità di interrompere relazioni significative attraverso una vera e propria sparizione.
A oggi si stima che circa l’80% delle relazioni finiscano attraverso un’azione di ghosting. Uno studio recente che ha coinvolto più di 1300 intervistati ha messo in evidenza che circa il 25% dei partecipanti era stato ghostato. Nella stessa ricerca, il 20% ha dichiarato di aver attuato il ghosting nelle relazioni affettive e il 38% di averlo fatto in una relazione amicale.
Ad essere maggiormente esposte a fenomeni di ghosting sono le relazioni sentimentali, nonostante si possa diventare fantasma per l’altro anche in tipi differenti di rapporto.
Il ghosting esiste da sempre nelle relazioni amorose, d’amicizia o professionali. La diffusione delle relazioni mediate dalla rete, però, ha reso il ghosting un fenomeno particolarmente attuale. Sparire da una relazione d’amore, d’amicizia o di lavoro che si è sviluppata prevalentemente online, infatti, è molto più semplice che farlo nella vita reale. Per sparire basta bloccare una persona sui social o su WhatsApp, spegnere il telefono o non rispondere più a mail e messaggi.
Questi fenomeni sono caratteristici del ghosting e lo differenziano da fenomeni simili quali l’orbiting e lo zombieing.

Non solo ghosting: orbiting e zombieng

Nell´orbiting, la persona non sparisce del tutto, ma si limita ad interrompere la relazione con l’altro. Può però continuare a seguirlo sui social, controllandolo a distanza o decidendo di non tagliare del tutto i ponti per paura di restare soli.

Nello zombeing, lo zombie può interrompere un rapporto riservandosi la possibilità di tornare a farsi vivo ogni tanto, incurante degli effetti sull’altro.

Perché si chiude una relazione attraverso il ghosting?


Chiudere un rapporto perché non rappresenta più una fonte di soddisfazione o una occasione di crescita comporta la necessità di assumersi una responsabilità. Non tutte le persone, però, sono propense a prendere una decisione che può essere dolorosa e che richiede un confronto con l’altro. In questi casi, la scelta più semplice può essere sparire senza dare nessuna spiegazione. Si tratta di una soluzione immatura ma indolore per il ghoster. A soffrirne è soprattutto chi viene abbandonato o ignorato senza spiegazioni, spesso senza avere la possibilità di fare qualcosa per salvare la relazione.
L’aspetto più doloroso e disturbante del ghosting, infatti, consiste nell’unilateralità della scelta di troncare una determinata relazione. A fare particolarmente male, inoltre, è la modalità passivo-aggressiva che ricorda la relazione abusante e punitiva del trattamento del silenzio.
Ma perché alcune persone ricorrono al ghosting per gestire le loro relazioni sentimentali o amicali?

Qual è il profilo psicologico del ghoster?


Alcuni studi sociologici sul ghosting lo descrivono come una conseguenza della diffusa perdita di empatia che caratterizza la nostra società. In tal senso, la scarsa capacità di empatizzare con il dolore dell’altro sarebbe all’origine della diffusione del ghosting. Ciò sarebbe ancora più vero in una condizione in cui l’immaterialità di molte relazioni oggetto di ghosting rende la sparizione ancora meno emotivamente coinvolgente.
Il richiamo alla mancanza di empatia consente di mettere a fuoco alcune caratteristiche psicologiche che potrebbero accomunare i ghoster. La carente capacità di empatizzare con l’altro, in effetti, può essere presente in numerosi quadri psicopatologici. Del resto, la scarsa empatia non è l’unico segno caratteristico del ghoster che può anche presentare una certa immaturità, essere propenso allo sfruttamento e all’inganno, vivere sentimenti di grandiosità ed egoismo.
Così descritto il ghoster presenta molte caratteristiche che richiamano tratti disfunzionali tipici del narcisismo, della psicopatia e del cosiddetto machiavellismo. Il ghoster, in altre parole, sarebbe propenso a sparire non solo perché poco in contatto con i sentimenti dell’altro. Ad essere chiamato in causa è anche il tentativo di sfuggire alla sensazione di essere cattivo. Inoltre, il ghoster può coltivare l’illusione di poter cancellare magicamente una relazione, come se non fosse mai esistita.
In genere si tratta di persone che fanno fatica a legarsi all’altro, così come avviene nel caso della philofobia. Questa difficoltà può affondare le sue radici nelle relazioni sperimentate in infanzia con le figure di accudimento. Laddove il caregiver sia stato disattento o imprevedibile, la persona può sviluppare una modalità evitante di entrare in relazione. Una modalità, cioè, secondo la quale la relazione viene vissuta come rischiosa. In un simile contesto relazionale non si può fare affidamento su un altro che viene percepito come incostante o abbandonico. Non a caso, abbandonare l’altro prima di essere abbandonati diventa uno schema relazionale protettivo. Ed è per questo che, nella stragrande maggioranza dei casi, il ghosting avviene quando la relazione diventa significativa.

La psicoterapia può essere utile nelle situazioni di ghosting?


Chi è vittima di ghosting può riportare il vissuto di essere non meritevole di amore ed attenzione, riportando un danno al proprio livello di autostima.
Inoltre, può essere comune sentirsi responsabili di un fallimento e incapaci di preservare legami con gli altri. Simili vissuti si aggiungono al dolore per l’interruzione di una relazione che può essere stata significativa e, almeno a tratti, soddisfacente e nutritiva.
In simili situazioni si può avvertire un disagio che può essere difficile da gestire da soli perché, per esempio, si accompagna ad autocritica e sofferenza.
Per questo motivo, può essere raccomandato un intervento di supporto psicologico in grado di sostenere la persona abbandonata nella gestione del disagio connesso al ghosting. Simili interventi consentono di recuperare le proprie energie e di attivare le risorse necessarie in una condizione di stress.
Meno probabile è che il ghoster si rivolga ad uno psicoterapeuta, sebbene il ghosting venga spesso attuato da persone con problematiche di interesse psicologico. Difficilmente, infatti, il ghoster percepisce di avere un problema che necessita di un aiuto.

Riferimenti bibliografici
Freedman, G., Powell, D. N., Le, B., & Williams, K. D. (2019). Ghosting and destiny: Implicit theories of relationships predict beliefs about ghosting. Journal of Social and Personal Relationships, 36(3), 905-924.