Binge eating disorder

Binge eating disorder. Abbuffarsi per riempire il vuoto?

Il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder) è un disturbo alimentare che si accompagna ad elevati livelli di disagio psicologico e può avere un impatto sulla condizione di salute della persona. Come riconoscerlo?E cosa fare per contrastarlo?

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Cos´è il binge eating disorder?

Il binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da ripetuti episodi di abbuffata in cui la persona assume grosse quantità di cibo in poco tempo.
Nelle condizioni lievi, le abbuffate possono verificarsi 1-3 volte a settimana. Nei casi più gravi, però, è possibile che il paziente si abbuffi di cibo anche più di una volta al giorno.
In genere, dopo l’abbuffata la persona che soffre di binge eating disorder non adotta condotte compensatorie. Per esempio non si provoca il vomito. Né mette in atto altre pratiche finalizzate a ridurre l’assorbimento calorico (per esempio, l’assunzione di lassativi). Il fatto che dopo la massiccia assunzione non vengano messi in atto comportamenti per evitare l’assunzione di calorie, differenzia il binge eating disorder da un altro disturbo alimentare, la bulimia nervosa.

Chi soffre di binge eating disorder?

Il disturbo da alimentazione incontrollata è noto agli psicologi sin dagli anni Sessanta. Ma solo recentemente è stato inserito in uno dei più accreditati manuali per la diagnosi psichiatrica, il DSM 5. Il binge eating è un disturbo che colpisce il 2-3% della popolazione con più di 18 anni. L´incidenza nelle persone obese è del 5%. Si tratta di una problematica che esordisce in genere prima dei 20 anni. E che coinvolgen senza grosse differenze uomini e donne. Se i pazienti maschi colpiti da anoressia sono solo il 5-10% e quelli interessati da bulimia il 10-15%, nel caso del comportamento alimentare non controllato si arriva a percentuali del 40%..

Cosa si intende per abbuffata?

Con il termine abbuffata si intende l’assunzione di una grande quantità di alimenti che avviene in un breveintervallo di tempo (fino a due ore). Nel corso delle abbuffate, la persona sente di perdere il controllo sul proprio comportamento alimentare. È come se non riuscisse a fermarsi dall’ingerire cibo. Durante le abbuffate, si possono assumere grandi quantità di alimenti anche in assenza di fame. E a continuare a mangiare nonostante si avverta una sgradevole sensazione di pienezza. Spesso, nel corso di questi episodi, si può mangiare più rapidamente del solito. Per concludere, infine, l’abbuffata è generalmente solitaria poiché la persona prova vergogna a mangiare in pubblico quantità di cibo non ritenute normali.

Perché ci si abbuffa?

Numerosi studi e l’esperienza clinica hanno dimostrato che le abbuffate sono innescate dalla necessità di gestire emozioni disturbanti che la persona non riesce a regolare in altro modo. In altre parole, cioè, le abbuffate sono un modo per controllare vissuti negativi che possono causare disagio. Depressione, ansia e noia sono solo alcune delle emozioni che la persona può pensare di poter sedare con il cibo, che diventa così un anestetico e un regolatore esterno di stati emotivi interni.

Qual è il principale problema di chi soffre di binge eating disorder?

Il principale problema di chi soffre di binge eating disorder consiste nella difficoltà di trovare modi alternativi per gestire le proprie emozioni negative. Il cibo, insomma, viene assunto per trovare una soddisfazione temporanea e colmare una sensazione di vuoto interiore a cui può essere difficile dare un nome.
L’assunzione di cibo, però, è ovviamente una finta soluzione. Dopo aver abbassato la tensione e fornito un sollievo temporaneo, come già detto, l’abbuffata lascia spazio ad emozioni ancora meno piacevoli di quelle che l’hanno innescata. La vergogna per l’assunzione massiccia di cibo, la colpa e il disgusto per sé stessi possono finire per sollecitare dolorosi vissuti depressivi. Il rischio è che si inneschi un circolo vizioso in cui una finta soluzione contribuisce a mantenere nel tempo un problema che, spesso, si associa anche a numerose conseguenze psicofisiche.

Quali trattamenti esistono per il binge eating disorder?

Rispetto ad altri disturbi alimentari, il binge eating disorder richiede un tempo di diagnosi più lungo perché spesso non è riconosciuto prontamente. Frequentemente la persona non individua il comportamento di abbuffata come un sintomo e, per questo, non lo riferisce al proprio medico o al proprio psicologo. I professionisti sanitari, del resto, possono sottovalutare le implicazioni psicologiche del comportamento da alimentazione incontrollata, suggerendo al paziente di seguire una dieta o cambiare stile di vita. Si tratta di indicazioni di trattamento sicuramente importanti e, in effetti, la presa in carico del paziente che soffre di binge eating disorder è multidisciplinare.

Il lvoro in équipe

Il nutrizionista sioccupa di elaborare un piano alimentare equilibrato. Il medico internista segue le possibili complicanze dei comportamenti alimentari disfunzionali, soprattutto laddove siano rilevabili disordini metabolici non raramente collegati a problemi di obesità.
Una parte cruciale del trattamento, accanto a quella finalizzata all’acquisizione di corretti stili alimentari e di vita, però, è rappresentata dalla psicoterapia.
È ormai chiaro che il comportamento di abbuffata è sollecitato da emozioni negative sperimentate come incontrollabili altrimenti. Il trattamento psicoterapico rende possibile individuare le situazioni e le emozioni che scatenano il comportamento alimentare disfunzionale. E aiuta la persona a trovare migliori strategie di gestione dei propri vissuti ed emozioni.
Una terza area di trattamento, infine, riguarda la consapevolezza del corpo che può essere migliorata attraverso tecniche ed esercizi particolari. Si tratta di strategie di cura volte ad aumentare la consapevolezza di quali sono i correlati corporei delle nostre emozioni, migliorando anche la capacità di lettura dei segnali che il nostro corpo ci invia quando ci sentiamo tristi, ansiosi o tesi.

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Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
Wilson, G. T., Wilfley, D. E., Agras, W. S., & Bryson, S. W. (2010). Psychological treatments of binge eating disorder. Archives of general psychiatry, 67(1), 94-101.