Gli effetti del Covid-19 sulla salute mentale
Quali sono gli effetti del Covid-19 sulla salute mentale? La pandemia da Covid-19 è a tutti gli effetti una esperienza potenzialmente traumatica. Cosa fare per combattere l’ansia “da limbo” che accompagna l’esplosione della seconda ondata?
Quali sono le relazioni tra Covid-19 e salute mentale?
La pandemia da Covid-19 ci riguarda direttamente ormai da diversi mesi e sta mettendo a dura prova le nostre capacità di fronteggiare uno stress intenso e ripetuto, sollecitando la nostra capacità di resilienza. Il fatto di essere stati colpiti direttamente dal virus o di aver assistito alla malattia di un congiunto, in più, è sicuramente un fattore di rischio per lo sviluppo di diverse forme di disagio psicologico. A conferma di questa ipotesi, un recente studio del San Raffaele di Milano pubblicato sulla rivista Brain, Behavior and Immunity, ha dimostrato che i superstiti del coronavirus sono andati incontro a
disturbo post traumatico da stress
I risultati dello studio
Come si legge nell’articolo, su 402 pazienti ricevuti nell’ambito dell’ambulatorio per i follow-up post covid, il 55% presenta almeno un disturbo mentale. Sono donne a soffrire di più rispetto agli uomini. In maniera significativa, i punteggi di ansia e depressione sono risultati essere associati a quelli dei markers infiammatori. E la gravità dei sintomi risulta essere influenzata dalla storia psichiatrica pregressa e dalla durata dell’ospedalizzazione.
Trovarsi a vivere una condizione di pandemia espone tutti noi a fattori di rischio per lo sviluppo di disagio psicologico. In modo particolare, sono state numerose le persone colpite da vissuti di tipo ansioso nelle diverse fasi della pandemia.
Già nelle prime settimane di diffusione del virus, psicologi e psicoterapeuti hanno registrato un aumento delle richieste di intervento e di aiuto. Le cause principali sono ansia e preoccupazione dovute alla paura di ammalarsi in prima persona o di vedere ammalarsi i propri cari. Ad alimentare l’ansia da contagio, sono intervenuti diversi fattori. In primis il fatto di trovarsi a combattere un nemico poco noto e invisibile. In secundis, la notevole focalizzazione sulla pandemia di media e social. Infatti l’esposizione a un flusso continuo di notizie sul covid e le sue conseguenze ha incrementato i livelli di ansia. Non a caso si è parlato di infodemia.
Sono aumentati gli interventi di aiuto psicologico online
Alla forte preoccupazione di contagiarsi, con il passare delle settimane, si è aggiunta anche l’ansia da reclusione. Questa è dovuta al lockdown e alla necessità di sospendere le proprie attività lavorative e quelle del tempo libero. Non poter uscire per dedicarsi a impegni e passatempi usuali ha alimentato il malessere pre-esistente. La reclusione ha precluso ogni possibilità di scaricare la tensione secondo le personali e consuete modalità. Sono state queste dinamiche e questi vissuti che hanno spinto molte persone a ricercare un supporto psicologico. Spesso l´aiuto è stato erogato secondo modalità online che si sono rivelate efficaci tanto quanto quelle in presenza.
È in uno scenario di crescente malessere che alcune persone hanno poi sviluppato la cosiddetta sindrome della capanna. Dopo mesi in cui l’orizzonte di vita è stato segnato dalle pareti domestiche, molti trovano difficile tornare alle relazioni in presenza e alla vita quotidiana. Ad inibire il progressivo ritorno alle vecchie abitudini, il desiderio di restare protetti tra le mura di casa. Ossia dell luogo che ci aveva tenuti al riparo dai pericoli proteggendoci dalla malattia.
Nella fase attuale della pandemia, secondo gli esperti della Società Italiana di Psichiatria, il rischio è di sperimentare la carica angosciante e il potere paralizzante della cosiddetta “ansia da limbo”. Questa condizione di immobilità e sospensione rispetto al futuro rischia di coinvolgere sempre più persone.
Che cosa è l’ansia da limbo?
Dopo il primo lockdown, siamo purtroppo di fronte alla possibilità concreta di una nuova e impietosa ondata pandemica. I telegiornali ci confrontano quotidianamente con dati preoccupanti che lasciano ipotizzare chiusure e divieti sempre più radicali.
Sarebbe la possibilità di un nuovo stop alle attività ad alimentare un diffuso vissuto di sospensione connesso anche alle esperienze di quarantena o isolamento fiduciario. La dimensione dell’attesa, riguarda sì l’incertezza del momento. Ma c’è chi aspetta di poter effettuare dei test e di entrare in possesso dei risultati. Non è chiaro quanto durerà la propria malattia e quale sarà il suo decorso. Non si sa se il lavoro potrà continuare ad essere svolto con continuità o se andrà incontro a un nuovo momento di stallo.
Si tratta di condizioni in cui la persona può sentire tensione e spaesamento, facendo fatica a concentrarsi o a dormire. Sono sintomi che accomunano tutte le condizioni ansiose, purtroppo frequenti in questi ultimi mesi di pandemia. Secondo la Società Italiana di Psichiatria, però, non si deve pensare di trovarsi di fronte a un’ansia generalizzata. Piuttosto di una condizione che presenta caratteristiche specifiche. Per esempio il dover mettere tra parentesi la propria vita nell’attesa di una cura efficace, della fine della pandemia, di un vaccino, del prossimo DPCM.
Cosa fare per combattere l’ansia da covid?
Cosa fare se vi sentite in tensione? Se non riuscite a staccare la vostra attenzione dalle notizie relative alla pandemia? Se fate fatica a concentrarvi e riposare? Potrebbe essere utile in tuti questi casi rivolgervi a uno psicologo. Sentirsi tesi e preoccupati nel bel mezzo di una pandemia, infatti, è normale. Allo stesso tempo, però, il prolungarsi di questa situazione potrebbe rendere necessario rivolgersi a un professionista della salute mentale. È questo un valido aiuto per ricercare migliori strategie di gestione dello stress e della tensione.
Può non bastare condurre un sano stile di vita. Né coltivare le proprie relazioni e prendersi cura di sé dedicandosi ad attività che ci fanno stare meglio. Per questo potrebbe essere importante consultare uno specialista. Lui saprà occuparsi con competenza del trattamento dei disturbi d’ansia.
Accanto alla psicoterapia, esistono altre strategie di trattamento. Alcune si focalizzano sulla riduzione della tensione muscolare grazie ad un lavoro di rilassamento che possa concentrarsi sulla componente somatica del malessere.
In ogni caso, se la tensione e l´ansia diventano eccessive, lasciati aiutare. La soluzione è a portata di mano. Anzi, di click.
Riferimenti bibliografici
Mazza, M. G., De Lorenzo, R., Conte, C., Poletti, S., Vai, B., Bollettini, I., … & Benedetti, F. (2020). Anxiety and depression in COVID-19 survivors: Role of inflammatory and clinical predictors. Brain, behavior, and immunity. Consultato il 18 Ottobre 2020 su https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0889159120316068
https://qds.it/coronavirus-gli-psichiatri-ora-la-nuova-ansia-e-quella-da-limbo/