Ansia depressione e postura

Ansia depressione e postura

Alcuni disturbi posturali nascono da una componente emotiva di forte stress dovuta a stati depressivi e ansiosi, che spesso modificano sensibilmente l’armonia corporea.

Ansia depressione e postura. Come influenzano la nostra postura?

La postura, per definizione, è la posizione del corpo nello spazio attraverso tutte le sue componenti, come articolazioni, ossa, muscoli, ecc.

Un po´di anatomia. Com`è strutturata la colonna vertebrale?

Il cranio (in alto) e la pelvi (in basso) delimitano la colonna vertebrale
Il cranio (in alto) e la pelvi (in basso) delimitano la colonna vertebrale

La colonna vertebrale è formata da 33 vertebre. 7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali fuse e 3 o 4 coccigee.

E’ inoltre caratterizzata da 4 curve: 2 principali posteriori (cifosi toracica e sacrale) e 2 compensatorie anteriori (lordosi cervicale e lombare). Le curve principali sono presenti già alla nascita. Le seconde, invece si sviluppano quando il neonato impara a sollevare la testa e a camminare.

Le 4 curve servono a contrastare le forze di gravità e distribuire in modo uniforme il peso.

Ogni vertebra, poi, è separata da un disco intervertebrale. A partire dalla regione toracica si articolano le 12 coste che si proiettano anteriormente per formare la gabbia toracica.

Il cranio, invece, all’apice si articola con la colonna per mezzo dell’articolazione occipito-atlantoidea.

Infine la pelvi si articola per mezzo dell’articolazione sacroiliaca.

Da dove originano i disturbi muscoloscheletrici?

Ansia depressione e postura si influenzano reciprocamente. Molti disturbi muscoloscheletrici si possono correlare a tensioni sviluppate a seguito di movimenti ripetuti e prolungati e/o ad atteggiamenti posturali scorretti, mantenuti per molto tempo nel corso degli anni.

Le curve della colonna, quindi, possono alterarsi, generando trazioni eccessive sui muscoli e compressioni sui dischi intervertebrali e sulle articolazioni, creando una serie di problematiche a catena.

La postura nella depressione

La depressione è uno dei più comuni disturbi psichiatrici, caratterizzato da atteggiamento triste, pessimista e apatico. Ha un forte impatto dal punto di vista economico e comporta inoltre una “disabilità sociale” più significativa rispetto ad altre malattie (artrite, cefalee diabete…). E’ correlata a una progressiva perdita di plasticità e trofismo dei neuroni.

La postura in chi soffre di depressione è alterata
La postura in chi soffre di depressione è definita ipercifotica.

La postura in chi soffre di depressione è definita “ipercifotica”. Questa si caratterizza da atteggiamento curvo, cadente, con accentuazione della fisiologica cifosi dorsale. Le scapole appaiono protratte in avanti, le braccia cadenti. Il capo allo stesso modo risulta proiettato anteriormente. Nella maggior parte dei casi si noterà un’accentuazione delle due lordosi cervicale e lombare. La muscolatura del collo apparirà contratta.

Le conseguenze generate da una tale postura sono:
Ipomobilità della gabbia toracica e del cingolo scapolare.
Deficit del respiro per malfunzionamento del diaframma.
Deficit di funzionalità di tutti gli organi presenti nella regione toracica, in quanto “compressi” dalla postura chiusa.
Valgismo delle ginocchia.
Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.
Disturbi della vista, dell’equilibrio, lombalgia, lombosciatalgia o scoliosi (nei casi più gravi).

La postura nell´ansia

L’ansia può essere una condizione a eziologia parafisiologica o psicopatologica, a seconda delle manifestazioni.

Si definisce normale, ovvero un fenomeno necessario per la sopravvivenza, quando è una forma di allerta psichica contro uno stimolo esterno. Tale allerta incrementa le nostre capacità reattive e cognitive.

L´ansia è invece patologica, invece, quando si manifesta in forma spropositata, abbassando le nostre prestazioni.

I circuiti neuronali coinvolti sono il talamo, che collega il sistema esterocettivo, e le aree corticali per l’elaborazione dello stimolo ansiogeno. L’amigdala, che partecipa all’elaborazione della paura attraverso una via lunga ed una breve che poi passa attraverso la corteccia.

Le vie efferenti del circuito “ansia- paura” attivano una risposta del sistema autonomo. Questo attiva o deattiva a sua volta i sistemi simpatico e parasimpatico, provocando varie risposte: sudorazione, innalzamento della pressione, tachicardia ecc.

L’aspetto più caratteristico dell´ansia è il respiro alterato. La respirazione addominale o diaframmatica è minima, mentre quella toracica è dominante.

Il cattivo utilizzo del diaframma, muscolo posturale e respiratorio per eccellenza che fornisce stabilità alla colonna, potrebbe causare tensioni muscoloscheletriche eccessive.

Tensioni muscolari e spalle anteposte sono caratteristiche di chi soffre di ansia
Tensioni muscolari e spalle anteposte sono caratteristiche di chi soffre di ansia

I soggetti con ansia reclutano maggiormente i muscoli accessori della respirazione (intercostali, scaleni, scom, piccolo pettorale, dentato anteriore…). Ma ciò li predispone ad affaticamento, contratture e conseguente effetto sulla postura. Questa infatti apparirà rigida, con accentuate tensioni muscolari e spalle anteposte.

Lo sguardo di chi soffre d´ansia tende ad essere fisso. Molto frequente è laa tendenza all’onicofagia. Spesso si possono notare tic durante la posizione seduta. Per esempio movimenti convulsi di entrambe le gambe oppure dondolamento della singola gamba accavallata sull’altra.

Problematiche comuni correlate ad ansia e paura sono inoltre:

Facile irritabilità
Tremori
Cattiva qualità del sonno
Tachicardia
Difficoltà digestive
Debolezza

Esistono esercizi per imparare a controllare il respiro?

Ansia depressione e postura si influenzano reciprocamente. Leggi questo articolo per apprendere 3 semplici esercizi per allenare il diaframma e imparare a controllare il respiro.

Articolo del Dr. Giuseppe Procopio – Fisioterapista